In Belgio, ma non solo in Belgio. Lavorare meno, ma lavorare meglio. Dallo smart working al diritto di disconnessione (attuato in modo molto rigoroso ad esempio nel Nord Europa) vengono sperimentate nuove formule per rendere meno allienante il lavoro senza però compromettere l'efficienza e la produttività.
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Al lavoro quattro giorni a settimana
Uno dei passaggi più delicati, sul quale c'è da anni un dibattito approfondito, è dedicato alla settimana corta.
In Nuova Zelanda è già stata applicata in alcune aziende e la premier Jacinda Ardern l'aveva proposta a inizio pandemia, quando le frontiere erano chiuse, per rilanciare il turismo interno. In Islanda è stato effettuato un esperimento, durato quattro anni, in alcune aziende pilota ed è emerso che la produttività aumenta lasciando tre giorni liberi a settimana al personale.
Il Belgio
Il Belgio ha deciso quest'anno di concedere l'opzione di concentrare le ore lavorative in quattro giorni senza una riduzione del salario. Le aziende di dimensioni maggiori (più di 20 dipendenti) dovranno inoltre rispettare il diritto di non repebilità tra le 23 alle 5 del mattino.
Altre sperimentazioni sono in corso in Spagna, in Scozia, negli Emirati Arabi, perfino in Giappone. Sia chiaro però: sono solo test, non significa che chiunque abbia diritto a lavorare quattro giorni alla settimana. Fino ad oggi però tutte le ricerche eseguite hanno concluso che da una parte non c'è una riduzione di produttività, dall'altra concedendo più tempo libero diminuiscono i casi di burnout (grave forma di stress lavorativo).