«Allora ragazzi, se vi dico “treno”, spostatevi». Sono le parole choc del tecnico referente di Rfi, Antonio Massa, in un video girato la sera dello scorso 30 agosto da una delle vittime, Kevin Laganà, poco prima dell’incidente che ha ucciso lui insieme ad altri quattro suoi colleghi. Sullo sfondo i binari vicini alla stazione di Brandizzo.
FILMATO SOCIAL
Il video è stato ritrovato salvato nella pagina Instagram del ragazzo, che però è morto prima di pubblicarlo. Il filmato è stato già depositato in procura dagli avvocati Marco Bona ed Enrico Calabrese che assistono la famiglia del ragazzo. Le immagini di quei sei minuti e mezzo che racchiudono dialoghi e lavori sui binari rafforzano la tesi del dolo eventuale che è stata contestata ai due indagati, Massa e il caposquadra della ditta appaltatrice del lavoro, Andrea Girardin Gibin. Ovvero quella di far rischiare la vita agli operai: per fretta e per motivi economici, era una prassi, una possibilità messa in conto.
Nel video si vedono alcuni operai al lavoro intenti a rimuovere il pietrisco sotto i binari. Da quel che si ricava dalla visione del filmato erano stati informati che su quella linea era previsto il passaggio di convogli. Si sente qualcuno affermare «Noi possiamo vedere il segnale, voi prendete le misure, io guardo il segnale e appena dico via...» , poi un fischio e quindi «uscite da quella parte perché i treni passano qua, dovrebbero passare gli ultimi treni». Kevin chiede «questo è già interrotto?» (riferendosi evidentemente al binario) e la voce gli risponde «questo è interrotto». «Quindi possiamo metterci sopra lo spezzone e bonificarcelo?», domanda ancora il ragazzo. La replica è «no, passa l’autoscala, una volta che passa l’autoscala va bene». A quel punto, l’esortazione choc che sembra essere appunto riconducibile a Massa: «Ragazzi se vi dico “treno” andate da quella parte, eh». Laganà accoglie queste parole sorridendo e, quando un’altra persona dice «Se arriva il treno da che parte passate?» risponde «di qua» indicando la staccionata dietro di lui. Gli operai lavorano in un clima sereno, scambiandosi battute di spirito. Kevin chiude il video con queste parole: «Ciao ragazzi, ci vediamo alla prossima, metterò un Tik Tok fra un paio di giorni».
IL PRECEDENTE
Quella di lavorare senza autorizzazione sui binari, insomma, sembra essere una prassi più che consolidata, con un precedente che ha già fatto delle vittime. Di recente sono stati infatti accertati diversi casi di squadre di operai che intervenivano sul posto per la manutenzione della linea ferroviaria mentre un collega faceva da “scorta”, ossia guardava a destra e sinistra per controllare se fossero in arrivo treni, con un fischietto per allertare i colleghi. Il dettaglio emerge, proprio nei giorni in cui si indaga sulla tragedia ferroviaria di Brandizzo, dalle trascrizioni della deposizione di un ex operaio specializzato del Nucleo manutentivo di Treviglio (Bergamo) di Rfi nel processo milanese sul disastro ferroviario di Pioltello, avvenuto il 25 gennaio 2018, quando il regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi uscì dai binari a causa di un giunto in cattive condizioni. Tre persone morirono e un centinaio rimasero ferite. Nella sua testimonianza di fine maggio scorso, come si legge nelle trascrizioni dell’udienza, l’operaio, ora in pensione, ha parlato ai pm milanesi Maura Ripamonti e Leonardo Lesti di alcune «attività di rincalzatura» sui giunti delle rotaie della linea finita al centro del processo milanese. «Io facevo la scorta - ha chiarito - quando arrivavano i treni dicevo alla squadra di uscire dal binario. Fischiavo e loro dovevano uscire fuori».
L’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), Gianpiero Strisciuglio, sentito in audizione alle Commissioni riunite Trasporti e Lavoro della Camera sulla sicurezza e l’incidente di Brandizzo, ha però ribadito il rispetto delle regole. «L’avvio delle lavorazioni con l’occupazione dei binari è tassativamente subordinato all’ottenimento dell’autorizzazione scritta all’interruzione della circolazione dei treni». Rfi ha istituito una commissione di indagine. «Sarà presieduta da autorevoli esponenti del mondo accademico - ha concluso Strisciuglio - e i suoi esiti saranno messi prontamente a disposizione delle autorità competenti».