Filippo Turetta non ha lanciato o lasciato cadere il corpo di Giulia dalla strada nella zona di montagna di Piancavallo ma lo ha portato in braccio giù lungo il dirupo. È uscito dall'auto, ha preso il cadavere e di notte, senza una luce, forse utilizzando soltanto il telefono cellulare, ha percorso con in braccio Giulia il sentiero che scende giù per la scarpata. Poi, dopo aver deposto il cadavere sotto una grande roccia, lo ha coperto con alcuni sacchi neri che sono stati trovati nei pressi. Non è chiaro se l'intento fosse quello simbolico di tutelare il corpo oppure di occultarlo alla vista dei ricercatori e chiunque altro. Si è appreso soltanto stamani, d'altronde, che sul corpo il medico legale non ha trovato segni di caduta, di trascinamento o di rotolamento. È l'ultima ricostruzione di quanto avvenuto la notte di una settimana fa.
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