OMICIDIO CECCHETTIN

Filippo Turetta alla polizia tedesca: «Volevo farla finita ma non ho avuto il coraggio». L'autopsia di Giulia il 1 dicembre a Padova

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Mercoledì 22 Novembre 2023

Cecchettin, possibile rientro in Italia venerdì per Turetta

Filippo Turetta, che è stato arrestato in Germania su mandato di arresto europeo per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, potrebbe rientrare venerdì in Italia. È quanto si apprende da ambienti giudiziari tedeschi.

Oggi i giudici tedeschi hanno dato il via libera alla consegna alle autorità italiane del 22enne che aveva in precedenza già espresso il consenso al rimpatrio. «Se la persona perseguitata ha acconsentito all'estradizione semplificata e non sono più evidenti ostacoli all'estradizione», per eseguirla «non è necessaria un'ulteriore decisione del tribunale», avevano affermato i giudici in una nota.

L'autopsia sul corpo di Giulia il 1 dicembre a Padova

L'autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin sarà eseguita il primo dicembre alle 9 all'Istituto di anatomia patologica della clinica universitaria di Padova. Lo apprende l'ANSA da fonti vicine all'inchiesta. All'esame parteciperà, tra gli altri, anche l'anatomopatologo Antonello Cirnelli nominato oggi come perito della famiglia Cecchettin. Gli altri professionisti incaricati dell'esame, da parte della Procura di Venezia, e dell'indagato Filippo Turetta, saranno indicati nei prossimi giorni. (

Filippo Turetta: "Ho pensato di andarmi a schiantare o tagliarmi la gola"

«Ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita», avrebbe detto Turetta ai poliziotti tedeschi. Nell'auto è stato trovato un coltello, va accertato se si tratti di quello usato per uccidere Giulia. 

Turetta "ferito" e con "vestiti sporchi di sangue" al momento dell'arresto

Filippo Turetta, arrestato per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, aveva i vestiti con evidenti tracce di sangue quando è stato fermato dai poliziotti tedeschi. È uno dei particolari che emerge a poche ore dal sì alla consegna all'Italia deciso dai giudici in Germania. Inoltre, da quanto si apprende, il 22enne aveva ferite alle mani e alle caviglie - da accertare il modo in cui se le è provocate - quando è stato fermato dagli agenti.

Filippo, la frase alla polizia tedesca: volevo uccidermi ma non ho avuto il coraggio

«Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita». Filippo Turetta confessa ai poliziotti tedeschi l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Nell'auto usata per disfarsi della ragazza e per percorrere mille chilometri fino in Germania gli agenti hanno trovato e sequestrato un coltello che ora dovrà essere analizzato per capire se è quello usato contro la studentessa.

Aula del Senato vuota

L'esame del disegno di legge del governo contro la violenza alle donne si svolge in un' Aula di Palazzo Madama semideserta. Quasi vuoti gli scranni di maggioranza e opposizione. Ai banchi del governo è seduta solo la ministra per le Pari Opportunità Eugenia Roccella. Presenze numerose solo nella tribuna riservata agli ospiti dalla quale assiste ai lavori una scolaresca di Colle val d'Elsa. A denunciare la scarsa presenza di senatori durante l'esame di un provvedimento che tutti definiscono importante è anche Susanna Camusso (PD) che su X posta la foto dell' Aula praticamente vuota.

 

 

Procura di Naumburg: Turetta in Italia entro alcuni giorni

«La consegna del cittadino italiano è stata autorizzata oggi dalla Procura Generale di Naumburg, per cui il suo trasferimento alla custodia delle autorità italiane avverrà entro alcuni giorni»: lo ha comunicato all'ANSA una magistrata della stessa Procura generale regionale della Sassonia-Anhalt, la procuratrice e capo Tatjana Letz, riferendosi a Filipo Turetta.

Turetta ha dato il consenso a venire consegnato in Italia

Filippo Turetta ha dato il proprio consenso a venire consegnato alle autorità italiane. Lo riferisce una nota della Polizia tedesca recapitata stamani all'avvocato italiano del giovane, Emanuele Compagno.

I giudici tedeschi: sì alla consegna di Filippo Turetta

I giudici tedeschi hanno dato il via libera alla consegna alle autorità italiane di Filippo Turetta, arrestato su mandato di arresto europeo per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. In una nota, che segue quella sulla convalida dell'arresto in cui il 22enne aveva già espresso il consenso al rimpatrio, «Se la persona perseguitata ha acconsentito all'estradizione semplificata e non sono più evidenti ostacoli all'estradizione», per eseguirla «non è necessaria un'ulteriore decisione del tribunale».

La procura tedesca: gli atti di Turetta già in corte d'Appello

La richiesta di consegna all'Italia di Filippo Turetta per l'omicidio di Giulia Cecchettin è arrivata ieri alla Corte d'appello Naumburg, il massimo tribunale della regione tedesca della Sassonia-Anhalt incaricato di decidere sul trasferimento alle autorità italiane del giovane entro «alcuni giorni». Lo ha detto all'Ansa una magistrata della Procura generale di Naumburg.

 

 

«I fascicoli sono stati presentati ieri al Tribunale regionale superiore di Naumburg», ha scritto la procuratrice capo Tatjana Letz riferendosi all'Oberlandesgericht (Olg), una sorta di Corte d'appello, e rispondendo alla domanda se la richiesta italiana fosse arrivata alla stessa Procura generale che deve incaricare l'Olg di esaminarla. «Se la richiesta della Procura Generale sarà accolta, il cittadino italiano dovrebbe essere trasferito in Italia nel giro di alcuni giorni. Tuttavia, non sono in grado di fornire una data precisa», si è limitata ad aggiungere Letz. 

Violenza sulle donne, in aula al Senato il ddl

Si cerca ancora l'intesa sull'ordine del giorno condiviso sul ddl Roccella atteso in mattinata nell' aula del Senato. Dopo il via libera di ieri in commissione giustizia al testo di rafforzamento delle misure a tutela delle donne, resta il nodo del riferimento alle attività da prevedere nelle scuole, dove le distanze tra partiti di maggioranza e opposizione sono maggiori.

Violenza contro le donne, contatti tra Meloni e Schlein

Fra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein ci sono stati contatti nelle ultime ore sul tema del fenomeno della violenza contro le donne. Lo apprende l'Ansa.

Giulia Cecchettin, il video choc: tenta di fuggire dall'auto dopo essere stata accoltellata

L'avvocato: «La perizia psichiatrica può aiutare»

«Una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo. È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno la faremo. È un aspetto che va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, decritto come un giovane dedito allo studio e allo sport, un ragazzo d'oro che aiutava gli altri». Lo afferma Emanuele Compagno, legale di Filippo Turetta arrestato con l'accusa di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin.

Filippo Turetta. Chiuso nel ventre del «bue rosso», il carcere Roter Ochse di Halle, un penitenziario tristemente famoso per la storia doppiamente tetra della Germania est dapprima nazista e poi comunista. Lì dentro si trova l'indagato dopo la fine della sua fuga perchè senza soldi e benzina.

Chiuso senza altre persone in una cella perché questo è lo standard in simili situazioni in Germania o almeno ad Halle Il giovane è infatti rinchiuso nello «Justizvollzugsanstalt» della maggiore città della Sassonia-Anhalt: lo «Jva», come lo si chiama in ambienti giudiziari dove le parole sono tante e gli acronimi aiutano a convivere con quelle lunghissime tedesche. Ma, soprattutto, come ricorda un memoriale al suo interno e come ha sottolineato oggi a giornalisti il portavoce del Tribunale di prima istanza, per tutti è il Roter Ochse, il bue rosso, appunto. L'origine del nome non è chiara ed è presumibilmente legata al colore dei mattoni a vista che oggi erano dilavati da una pioggia fredda e insistente che veniva già da un cielo bassissimo. Ma tragicamente chiaro è il suo passato legato alla giustizia politica di due dittature e fatto di esecuzioni capitali naziste e interrogatori della Stasi, la famigerata polizia segreta della Ddr accusata di torture. In un altro punto della città natale del compositore barocco Georg Friedrich Haendel, nella luminosità di un Palazzo di giustizia semivuoto ma con così tanti e colorati quadri da sembrare a momenti una galleria d'arte moderna, il viceportavoce dell'Amtsgericht (il Tribunale di Prima istanza) Thomas Puls ha spiegato perché Turetta venga tenuto in una sorta di isolamento: «Non sono il portavoce dello Jva ma presumo che abbia una cella singola, come di consueto». Contrasti della storia tedesca prima e dopo il buco nero del secolo breve delle due dittature: musica di Haendel, arte moderna e benessere dei detenuti, passando però per gli oltre 50 anni di orrori del «Bue rosso». Sotto il nazismo vi furono rinchiusi numerosi tedeschi condannati per motivi politici, prigionieri di guerra e forzati e, dall'autunno del 1942 alla fine della conflitto, vi furono eseguite un totale di 549 condanne a morte inflitte a persone provenienti da 15 Paesi europei e dalla Tunisia. La liberazione dei detenuti da parte delle truppe americane nell'aprile 1945 fu seguita, a partire dall'estate dello stesso anno, da diversi anni di utilizzo del carcere da parte degli occupanti sovietici che vi scatenarono tribunali militari e deportazioni in gulag. Dal 1950 al 1989, il ministero della Sicurezza di Stato della Germania orientale (Mfs, meglio nota come «Stasi») lo usò soprattutto come carcere femminile. Il memoriale «Roter Ochse Halle» allestito all'interno nel 1996 è ospitato in una struttura usata per gli interrogatori dalla Stasi. Il Centro dedica le sue mostre permanenti e i suoi progetti di ricerca ed educativi alle vittime della giustizia a sfondo politico dall'avvento del nazismo (1933) alla caduta del Muro di Berlino (1989).

Ultimo aggiornamento: 20:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA