Una torretta Enel, accanto al Centro di Ricerca Espressiva Vecchio Macello, a Castel Bolognese. Questa la “tela” scelta da Enrico Salvi, ossia Drigo dei Negrita, per il suo primo murale.
Drigo dei Negrita firma il suo primo murale: «Ho sempre voluto trasformare superfici»
«Camminando o guidando per le strade delle città, m’è sempre piaciuto giocare ad immaginare di poter trasformare certe grandi superfici o edifici urbani, magari di servizio e dunque anonimi, o insignificanti o in certi casi pure brutti, in ‘grandi tele’ da poter riempire d’immagini e colori per..arredare gli spazi», ha raccontato Drigo sui suoi social, esplicitando così il suo sguardo sulla città e la sua filosofia dell’arte. «Come cambierei un quartiere o uno scorcio urbano se davvero potessi farlo almeno con dei pennelli? Quali colori e quali immagini potrebbero ridare vitalità, dignità, o magari significati a questo quartiere? È davvero un tipo di fantasia con cui, passando o facendo altro, m’è sempre venuto spontaneo giocare. Ma fra il dire e il fare, si sa…». Poi, il progetto a Castel Bolognese. E così, senza esperienze su altri muri, Drigo si è messo in gioco e ha portato la sua arte su un’intera torre, affascinando il pubblico di fan e non solo.
Dalla carta al muro
“Nuovo” al mondo dei murales, Drigo non lo è all'arte, ha iniziato a illustrare il suo mondo, i suoi pensieri, le sue fantasie ed emozioni, già dal liceo. I molti viaggi fatti, hanno allargato il suo orizzonte e ampliato la sua ispirazione, sollecitando ulteriormente la sua creatività. E l’urgenza di appuntare sensazioni, momenti, incontri, lo ha spinto spesso a sostituire le parole con il disegno. Poi, opere e mostre. Dalla carta al muro, il passo forse era inevitabile. Se prima ciò che vedeva finiva sulle pagine dei suoi diari o quaderni, ora sono le sue fantasie a vestire l’orizzonte.
Il progetto digitale
Drigo ha realizzato il progetto digitale per la Torre e poi lo ha portato sull’architettura, anche grazie all’ausilio dello street artist riminese Mozonerrr. Soggetto del murales, i “Linguaggi dell’arte”, tra musica, poesia, pittura, teatro. E arte visiva, appunto. «Vivo in cerca di ‘prime volte’ - ha commentato Drigo sui suoi social - a volte son treni in faccia, altre invece mi nutrono ed evolvono. Questa è stata stupenda e non vedo l’ora di ripeterla!».
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