Larimar Annaloro non si è suicidata: ne è convinta la mamma Joary, che lo ha detto esplicitamente sin dal momento in cui, insieme al marito Roberto, ha ritrovato il corpo della figlia impiccato a un albero nella pineta a duecento metri da casa. Ha detto persino di conoscere i nomi di chi ha ucciso la ragazza, e all'ipotesi di istigazione al suicidio, quella per cui indaga la Procura, non crede.
I dubbi della famiglia
In un'intervista al Corriere della Sera, la legale della famiglia ha chiarito quali sono gli elementi sui quali gli Annaloro le hanno chiesto di approfondire: «Ce ne sono di cose strane, mi creda. Se avessi avuto la percezione di familiari che millantano o inventano non avrei accettato il caso. Invece dopo aver parlato con loro non posso che concordare: c’è qualcosa di un po’ strano, di anomalo». Le «cose strane» di cui parla hanno tutte riscontro nelle testimonianze rese dai genitori: «Aveva collo, addome e piedi legati da una corda, era in ginocchio, con doppio cappio al collo», dice la mamma. Circostanze confermate dall'autopsia.
La lite a scuola
Le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante si suppone che per arrivare all'albero abbia camminato nel terreno della pineta. La camera della ragazza era a soqquadro e poi c'è l'elemento della lite a scuola: «Ho scritto alla preside per cominciare da lei a verificare i fatti, ma mi ha risposto che tutto quello che c’è da dire è sul registro elettronico. Dubito che sia così. Dov’è il registro di classe? Esiste un verbale per quello che successe a scuola? Si parla di una lite furiosa fra Larimar e una compagna. Immagino che la procura abbia già indagato su questo, ma io ho bisogno di dare risposte alle domande della famiglia. Convocherò formalmente la preside e i ragazzi coinvolti», spiega l'avvocata.
L'ipotesi alternativa al suicidio
Anche il consulente medico legale della famiglia, il dottor Bulla, dopo l'autopsia ha confermato che «per ora non si può escludere nessuna ipotesi». «Mi sono fatta un’idea possibile riguardo alla pista alternativa al suicidio», conclude Milena Ruffini, determinata a verificare ogni dettaglio prima di trarre conclusioni.