Non fumatori contro tabagisti. La stretta al fumo prevista dal ministero della Salute ha scatenato la polemica. In arrivo il provvedimento che vieterà di fumare all'aperto nei bar e ristoranti, parchi e fermate dei mezzi pubblici.
E mentre il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini si chiede pubblicamente se non sia una manovra «esagerata», c'è chi - fuori dal governo - prepare le barricate. Come Gino Paoli, fumatore da decenni, intervistato da "La Stampa". «Le leggi scattano quando manca l'educazione, sono pronto a fondare il partito dei tabagisti», ha detto.
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Fumo, cosa ha detto Gino Paoli
«Fonderò un partito e visto che in Italia ci sono 12 milioni di fumatori vincerei anche bene - ha detto Gino Paoli a La Stampa -. Poi cercherei di evitare imposizioni sul dove e quando fumare. Le leggi scattano quando manca l’educazione. Un tempo, specie fra altre persone, si chiedevailpermesso:scusate, do fastidio? Se la risposta era no, mica ti mettevi a farti gli affari tuoi nella carrozzadiun treno».
«Se il fumo fa male? A 88 anni mi trovo nelle sue stesse condizioni. Gente che conoscevo e faceva una vita sana se n’è andata. Traggale sue deduzioni», aggiunge il cantante. «La sigaretta per me è un’abitudine, una dipendenza. Ma anche una specie di amico a cui chiedi di aiutarti. A un certo punto avevo smesso. Poi in un corridoio d’ospedale, dopo l’ictus di mio padre, ho ricominciato. Ero talmente depresso e l’unica cosa che mi è venuta è stata quella. Alla mia età devo anche ammettere che con quello che ho fumato ho avuto molto più che fortuna. Non fumo quasi più, se non con la sigaretta elettronica».