Turista stuprata nel bagno del bar, cameriere arrestato: incastrato dal Dna

Napoli. L'indagato è ai domiciliari

Domenica 3 Marzo 2024 di Leandro Del Gaudio
Turista stuprata nel bagno del bar, cameriere arrestato: incastrato dal Dna

La prova del Dna ha dato esito positivo.

C'è corrispondenza (anche se ritenuta parziale) tra le tracce biologiche rinvenute sugli indumenti della donna e il corredo genetico dell'uomo. C'è corrispondenza tra i reperti messi agli atti e la linea cromosomica maschile dell'indagato. Quanto basta a spingere gli inquirenti ad arrestare un giovane uomo, che di mestiere fa l'impiegato in uno dei baretti di via dei Tribunali.

Brutta l'accusa: violenza sessuale nei confronti di una turista inglese giunta a Napoli la scorsa estate per un periodo di relax assieme a un'amica. Ieri mattina, le forze dell'ordine hanno messo in esecuzione una misura cautelare di arresti domiciliari firmata dal gip Sarno, al termine delle indagini condotte da specialisti del ramo, vale a dire il pm Maria Angela Magariello, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, a sua volta a capo del pool reati contro le fasce deboli.

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Ma torniamo alle accuse che sono alla base degli arresti domiciliari eseguiti ieri mattina. L'episodio al centro delle indagini sarebbe avvenuto lo scorso luglio, nel pieno di una stagione estiva che ha visto la città primeggiare a proposito di flussi turistici. La giovane donna si sarebbe fermata in un locale pubblico di via Tribunali e si sarebbe limitata a scambiare poche parole con un cameriere. Quest'ultimo, stando al racconto della parte offesa, avrebbe abusato della turista all'interno della toilette dove si era recata per un bisogno fisiologico.

Immediata la denuncia, dal momento che la presunta parte offesa dello stupro si sarebbe anche fatta refertare presso un ospedale cittadino. Pochi mesi dopo l'episodio, la donna è tornata a Napoli, questa volta per sottoporsi a un incidente probatorio, confermando tutti i particolari accennati nel corso della denuncia. Al cospetto del giudice, assistita dalla penalista napoletana Lucilla Longone, la cittadina inglese ha ricostruito gli aspetti della violenza subita. Ha ribadito un concetto su tutti: non c'è stato alcun ammiccamento, nessun momento di intesa o di reciprocità che avrebbe potuto spingere il dipendente del locale a dare luogo a un approccio sessuale.

Le indagini

Una ricostruzione alla quale ha assistito, nell'udienza a porte chiuse, anche il cittadino napoletano indagato. Siamo allo scorso dicembre, quando in Italia infuria il dibattito sulla violenza sulle donne (dopo il caso di Giulia Cecchettin), quando viene definito l'incidente probatorio. Una testimonianza al cospetto di un giudice e nel pieno contraddittorio delle parti, che verrà portata in aula nel corso di un eventuale processo a carico dell'indagato. Intanto, il cameriere in questi mesi non ha mai fornito la propria versione dei fatti, preferendo attendere gli esiti dell'inchiesta. Pochi giorni fa, la svolta, almeno da un punto di vista tecnico. Gli accertamenti biologici hanno dato esito positivo, stabilendo una corrispondenza tra le tracce refertate e il Dna dell'indagato.

Va infatti ricordato che nel corso della primissima fase delle indagini, le forze dell'ordine avevano usato un espediente per acquisire le tracce biologiche dell'uomo da comparare con quelle repertate sugli indumenti della donna. La saliva è stata prelevata da un bicchiere usato dall'uomo per dissetarsi e da una gomma da masticare buttata in un cestino. Un espediente che ha consentito di svolgere in modo abbastanza rapido gli accertamenti che ora sono alla base della misura cautelare eseguita ieri mattina. Ora però la parola passa alla difesa. Lunedì mattina interrogatorio di garanzia al cospetto del gip del Tribunale di Napoli.

Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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