Teste di maiale agli ebrei, l'ira di Israele

Lunedì 27 Gennaio 2014 di Marco De Risi e Luca Lippera
Teste di maiale agli ebrei, l'ira di Israele
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Un incidente intollerabile e brutale. Cos il ministero degli Esteri israeliano ha definito l'invio di teste di maiale all'ambasciata di Israele a Roma e ad altri luoghi ebraici della Capitale, tra cui la Sinagoga.

«Sono manifestazioni che non possono essere tollerate» e «confidiamo nella polizia», ha aggiunto il ministero, per l’individuazione rapida dei responsabili del gesto. «È sorprendente - ha detto il portavoce del ministero a Gerusalemme, Ygal Palmor - che questo possa essere accaduto a Roma. Non ci aspettavamo simili incidenti. Abbiamo piena fiducia nella polizia e nel fatto che saprà fare piena luce, assicurando alla giustizia i colpevoli».



«È sicuramente un incidente isolato - ha proseguito - e non un'ondata. Ma questo non vuol dire che sia meno offensivo. Non può essere tollerato».

I pacchi con le tre teste di maiale all’interno sono stati spediti la scorsa settimana. Ora la polizia sa esattamente da dove: una sede della catena «Mail Box» (spedizioni) in via di Fontana Candida 64, tra l’estrema periferia est e i Castelli Romani. È lì che si è presentato il mittente, chiedendo, e pagando, la consegna degli scatoloni con i resti di suino e alcuni volantini contro gli ebrei e il sionismo. I plichi poi stati affidati all’azienda incaricata materialmente del trasporto, la «Tnt Traco», i cui addetti però non avrebbero avuto alcun contatto diretto con la persona (o le persone) che si è presentata allo sportello «Mail Box».



La Digos sta cercando di chiudere il cerchio nel tentativo di individuare i responsabili. L’ipotesi che viene data quasi per assodata in Questura è che i mittenti siano «romani» o «residenti in prossimità della capitale» e che gravitino «attorno alla galassia dell’estrema destra». Se verranno individuati, potrebbero trovarsi a dover fronteggiare l’accusa di istigazione all’odio razziale.



La Procura di Roma ha ipotizzato il reato nel fascicolo che raccoglierà i documenti dell’inchiesta. I pacchi, oltre alle tre teste di maiale (gli animali sono stati uccisi con un colpo al centro della fronte come si fa nei mattatoi), contenevano messaggi con riferimenti all’«economia ebraica», alle deportazioni e allo scrittore dell’Ottocento ungherese Theodor Herzl, considerato il fondatore del cosiddetto

sionismo.



I PLICHI

I plichi, secondo la ricostruzione degli investigatori, sono stati spediti la sera del 23 gennaio, giovedì scorso, e l’intenzione degli sconosciuti che li hanno confezionati era farli arrivare a destinazione domani: il 27 gennaio è il Giorno della Shoah, istituto alcuni anni fa per ricordare lo sterminio degli ebrei nei lager nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Non escluso che l’ufficio «Mail Box» al quale sono stati consegnati gli involucri sia stato oggetto di uno o più sopralluoghi per ridurre al minimo il rischio di essere ripresi da alcune telecamere presenti nella zona e in prossimità dello sportello.



Più che il gesto di un singolo, tuttavia, si crede all’azione di «un gruppo organizzato». Il che potrebbe facilitare l’individuazione dei mittenti. «In certi ambienti - fa notare un investigatore - c’è un certo tasso di autoesaltazione ed altamente probabile che a cose fatte qualcuno si sia fatto sfuggire qualcosa, un messaggino, una mail o chissà cosa, che potrebbe portare all’identità dei responsabili». Su quello che resta dei pacchi e sugli involucri sono in corso anche prelievi per trovare eventuali tracce di Dna. Ci sono accertamenti anche nei mattatoi e in alcune aree di campagna: tre teste di maiale, per quanto possa sembrare strano, non si trovano agevolmente.
Ultimo aggiornamento: 16:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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