Rossella Nappini, vestita da sposa per l'addio: l'ultimo saluto all’infermiera uccisa a coltellate

Ai funerali è stato utilizzato l’abito della sorella: «Il matrimonio era il suo sogno più grande»

Domenica 10 Settembre 2023 di Camilla Mozzetti
Rossella Nappini, vestita da sposa per l'addio: l'ultimo saluto all’infermiera uccisa a coltellate

La famiglia l'ha vestita di bianco, con il vestito da sposa che fu della sorella Monica.

Una scelta simbolica perché Rossella, in fondo, un sogno ce l'aveva. E le sue debolezze, i suoi crolli, derivavano anche perché a quel sogno non era riuscita a dare corpo.

A 52 anni, con due figli grandi, una serie di rapporti falliti alle spalle, ancora credeva nella possibilità di quell'unione che vive di promesse, di responsabilità, rispetto e coraggio nel saperle poi mantenere. L'hanno salutata così, in una funzione strettamente riservata, accolta in quella cappella dell'ospedale San Filippo Neri che per anni le ha dato un lavoro, a lei come all'anziana madre Teresa e alla sorella Monica.

Rossella Nappini, il presunto killer Adil Harrati non risponde al gip. A incastrarlo i video delle telecamere di sicurezza

C'erano tutti coloro che dovevano esserci, vestiti di verde e bianco perché fra quelle sedie c'erano i "sanfilippini" come lei: colleghi e medici che per anni le sono stati a fianco, per i corridoi dell'ospedale, in reparto, negli ambulatori dove da ultimo la donna era impiegata prima del "crollo". Quando alle 11.20 il feretro di Rossella Nappini, uccisa con oltre 20 coltellate il pomeriggio del quattro settembre scorso, oltrepassa l'ingresso del nosocomio, si alza un coro di applausi.

 

«VITTIMA DELL'ODIO»

«Vittima dell'odio, vittima della follia», gridava una collega piangendo. La sorella Monica, il cognato Francesco, la mamma Teresa, i nipoti sono lì stretti e addolorati. Il vescovo ausiliario di Roma, monsignor Benoni Ambarus, che celebra la funzione dice: «Questo ospedale per te sembrava più casa tua che quella vera. Per tanti tu eri un'affamata di vita e di amore e cercavi l'amore. Come tutti noi che siamo tutti poveri d'amore e speriamo nell'inconscio di essere amati e che qualcuno ci accolga così come siamo». Un passaggio è riservato anche alla tragedia che si è consumata: «Hai terminato la tua esistenza in un modo violento e drammatico, ma noi possiamo dire una cosa, grazie per quello che sei stata e che hai fatto». Anche per le persone malate. «Ce ne vuole tanta di forza - ricorda Stefania - per stare ogni giorno al fianco di chi soffre». Nessun accenno tra la folla al suo presunto carnefice. L'uomo, Adil Harrati, 45 anni, marocchino irregolare è stato fermato con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Nell'interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere e il gip ha convalidato l'arresto in carcere. A suo carico la Squadra Mobile ha raccolto elementi che inequivocabilmente lo collocavano nell'area del delitto all'ora dell'omicidio: le immagini video di alcuni impianti di sorveglianza, il suo cellulare agganciato alla cella di via Giovanni Allievo.

L'ARMA

Resta tuttavia da trovare l'arma, i vestiti sporchi di sangue (che per una mattanza del genere ci devono essere a meno che non siano stati bruciati) e cristallizzare il movente. Se l'ipotesi è quella del delitto passionale non è ancora chiaro il "perché", ma non è detto che venga fuori. Tra i due c'era stata una relazione poi finita a tal punto che la vittima una settimana fa avrebbe scritto ad Harrati, per l'ennesima volta, di non cercarla più. Non è da escludere neanche l'ipotesi che fra i due ci fosse stato un accordo, poi naufragato, per agevolare la richiesta di soggiorno in Italia dell'uomo. E ancora: se Harrati avesse preteso del denaro non dovuto dalla vittima? La borsa, tuttavia, era accanto al corpo, non mancava nulla e pare ci fossero dentro più di 400 euro. E allora perché l'assassino non l'ha presa? Al momento sono al vaglio i due cellulari usati dalla Nappini, uno dei quali, lunedì pomeriggio, si è collegato a Whatsapp per l'ultima volta alle 16.26. Un breve scambio di messaggi con un amico che sarebbe dovuto passare a prenderla e che poi è arrivato in via Allievo senza riuscire a capacitarsi di quello che fosse accaduto. Si attendono ora gli esiti della Scientifica su quanto repertato nell'appartamento dell'uomo. Tra le analisi previste, infine, anche una perizia antropometrica sulle immagini video recuperate.
 

Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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