Bebè muore per emorragia placentare subito dopo il parto: ginecologa rischia il processo

Giovedì 5 Ottobre 2023 di Marcello Ianni
Bebè muore per emorragia placentare subito dopo il parto: ginecologa rischia il processo

Per la giovane coppia dell'Aquila il nuovo anno a gennaio del 2022 si sarebbe dovuto aprire con una bella sorpresa: la nascita di un figlio tanto desiderato.

Una gioia indescrivibile che in pochi istanti ha gettato entrambi i genitori (aquilani, assistiti dall’avvocato Isidoro Isidori) nella disperazione quando si sono sentiti dire dal personale medico che il bimbo era morto. Ora a distanza di un anno e otto mesi dalla tragedia, il Pm Roberta D’Avolio, dopo il sequestro di cartella clinica della mamma e del suo piccolo, insieme alle risultanze di quattro ore di esame autoptico, ha chiesto il processo per l’unico medico indagato: una ginecologa.

Dirimente la consulenza del consulente del Pm che alla fine, ha circoscritto a un solo medico la presunta colpa medica, scagionando gli altri cinque che a vario titolo si erano occupati della partoriente. L’indagata che rischia pertanto di finire a processo, è D.L. di 44 anni dell’Aquila, assistita dall’avvocato Vincenzo Alessandro Ciucci.

Secondo l’accusa, in qualità di medico chirurgo specialista in ginecologia presso l’ospedale dell’Aquila, avrebbe cagionato il decesso dopo la fase di travaglio di parto della madre per «insufficienza placentare acuta per distacco ed emorragia massiva intraplacentare», che divideva in due emidischi la placenta della gestante. In particolare nonostante la gestante alla 36.ma settimana avesse presentato minacce di parto pretermine e ricoverata due settimane dopo per la stessa problematica, sarebbe stata indotta al travaglio mediante medicinali. Pur a fronte di chiari segni di sofferenza fetale, resi evidenti dal tracciato cardiotocografico del feto che presentava improvvise e consistenti decelerazioni del battito fetale, la professionista avrebbe omesso di effettuare un intervento immediato per correggere le cause reversibili e mettere in atto le ulteriori manovre operative per procedere al parto con taglio cesareo. Parto avvenuto spontaneamente dopo 45 minuti.

La partoriente ricoverata nel reparto Covid dell’ospedale era stata rassicurata dal personale medico sulle condizioni di salute sue e del feto, escludendo un eventuale parto cesareo. Il neonato venuto alla luce, anziché essere posto dopo poco tra le braccia della donna, la stessa si era sentita dire che per lui non c’era più nulla da fare. I medici avevano tentato per 40 minuti anche di rianimare il corpicino senza riuscire a vincere la battaglia sulla morte. La stessa cartella clinica della paziente era stata sigillata senza poter essere aperta per 72 ore causa protocollo Covid.

Ultimo aggiornamento: 14:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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