Nell'inchiesta sull'omicidio di Luca Varani spunta un telefonino inviolabile. I periti non sono riusciti ad aprire e analizzare l'iPhone 6 Plus di Marco Prato, il pierre romano che la mattina del 4 marzo aveva adescato il ventitreenne di Boccea nell'attico di Manuel Foffo al Collatino per poi ucciderlo insieme all'amico, così, all'apparenza senza motivo, solo per il gusto di farlo. E a giorni la procura potrebbe chiedere una rogatoria internazionale per tentare di conoscere “i segreti” dell'apparecchio. Una battuta d'arresto alle indagini, infatti, è dovuta alla indisponibilità dei codici di accesso ai telefonini Apple di ultima generazione, così come successo di recente a Bari dopo il fermo di un sospetto terrorista e, ancora prima, negli Usa nelle indagini per la strage di San Bernardino. Il codice di accesso fornito da Marco Prato non è quello giusto. L'imputato sostiene di averlo dimenticato. Gli inquirenti ritengono invece che dal telefonino in uso al pierre possano venire fuori elementi nuovi e utili alle indagini.
Gli esperti informatici nominati dal gip Riccardo Amoroso, intanto, stanno ricavando i dati dagli altri tre cellulari e dai pc sequestrati ai due arrestati. In particolare stanno cercando di recuperare il filmato di pochi secondi girato da Foffo col telefonino durante le ultime fasi dell'omicidio, subito cancellato. È stato proprio l'indagato in uno dei suoi nove interrogatori fiume davanti al pm Francesco Scavo, titolare dell'inchiesta, e al suo legale, l'avvocato Michele Andreano, a rivelare l'esistenza del video.
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