Ciro Grillo, la studentessa nascosta da un drappo nero al processo per stupro: mostrato il video di quella notte, lei esce dall'aula

La ragazza questa volta sarà però sentita in audizione protetta, nascosta da un drappo nero, così da non rendere visibili le sue reazioni e impedire gli sguardi diretti tra lei e i legali dei 4 imputati

Mercoledì 31 Gennaio 2024
Ciro Grillo, la studentessa nascosta da un drappo nero al processo per stupro: mostrato il video di quella notte, lei esce dall'aula

Si torna in aula per il processo a Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, accusati di stupro da una studentessa italo-norvegese.

La ragazza questa volta sarà però sentita in audizione protetta, nascosta da un drappo nero, così da non rendere visibili le sue reazioni e impedire gli sguardi diretti tra lei e i legali dei 4 imputati nel contro esame previsto oggi e domani in Tribunale a Tempio Pausania.

 

 

Il video della notte mostrato in udienza

La difesa mostra lo spezzone di un breve video della notte del presunto stupro sessuale di gruppo in Costa Smeralda e la ragazza interrompe la deposizione e chiede di uscire dall'aula del Tribunale di Tempio Pausania, dove oggi è ripreso il processo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti della giovane italo-norvegese. L'udienza si tiene a porte chiuse. Il video, di pochi secondi, mostrerebbe momenti di intimità tra Silvia e gli imputati. Si tratta di alcuni spezzoni che, secondo la difesa dei quattro ragazzi, servirebbe a «dimostrare che la giovane era consenziente ai rapporti sessuali». La studentessa non ha mai visto quel filmato: «Non ne ha mai voluto sapere niente - aveva precisato nelle scorse udienze la sua legale, l'avvocata Giulia Bongiorno - Un video sconvolgente e non so cosa succederà quando li vedrà». E oggi la ragazza ha deciso di uscire dall'aula. Poi è rientrata per proseguire la deposizione. 

La fatica emotiva della vittima

La decisione è stata presa dai giudici che hanno risposto positivamente alla mozione dalla sua avvocata Giulia Bongiorno per tutelare le sue condizioni psicologiche particolamente delicate. Non è stata accolta invece la richiesta di mediazione delle domande da parte del presidente del Tribunale Marco Contu, che avrebbe dovuto leggere alla teste i quesiti scritti della difesa. Le domande verranno quindi formulate direttamente dai legali.

La richiesta di Bongiorno è motivata dalla fatica emotiva a cui è sottoposta la sua assistita. Nell'istanza si sottolinea come la giovane, nelle sue quattro udienze, ha finora risposto a circa 1400 domande, oltre mille se si escludono quelle ripetute. Il suo esame finora equivale a 22 ore di udienza, 17 senza le pause.

Le due nuove udienze

Nelle due nuove udienze la studentessa è chiamata a rispondere al controesame degli avvocati della difesa. Una esposizione traumatizzante della ragazza alla verifica diretta, in aula, del contenuto dei video che documentano quanto avvenuto la notte tra il 16 e 17 luglio 2019 a Porto Cervo nella villetta della famiglia Grillo. Le immagini, ma anche altre foto postate sui social, dovrebbero essere mostrate durante la deposizione della giovane.

A novembre le difese dei 4 imputati avevano confermato la disponibilità all'acquisizione dei verbali delle dichiarazioni rese dalla studentessa in fase di indagine. In questo modo, esame, controesame e la visione dei video da parte della presunta vittima, sarebbero stati evitati. Tuttavia, la Procura e i legali di parte civile hanno risposto che la deposizione in aula è necessaria. 

La polemica sulle domande "da medioevo"

L'ultima udienza di dicembre era stata caratterizzata da forti critiche nei confronti dell'avvocata Antonella Cuccureddu, che difende Francesco Corsiglia, per una serie di domande rivolte alla studentessa e definite 'da medioevo' dai legali della ragazza. Cuccureddu era così finita sotto attacco sui social: un coro di contestazioni e insulti che hanno portato l'avvocata a presentare un esposto in Procura.

Contro di lei si erano scagliate decine di associazioni femministe e l'ex presidente della Camera Laura Boldrini, ma aveva anche ricevuto molti attestati di solidarietà dall'Ordine degli avvocati, Camere penali e Consiglio nazionale forense. Currureddu da subito aveva sottolineato che a porre quelle domande alla giovane erano stati dapprima i Carabinieri nella caserma di Milano al momento della denuncia nel 2019, poi il pubblico ministero e l'avvocata di parte civile Giulia Bongiorno.

Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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