Centinaia di notifiche a una ragazzina di 11 anni: «Mamma, è la chat dei pedofili». Il caso dei numeri sconosciuti

Senigallia, il racconto della madre di una bimba finita in un gruppo di pedofili: "Lei e le amichette pensavano fosse un gioco"

Domenica 10 Dicembre 2023 di Sabrina Marinelli
Centinaia di notifiche a una ragazzina di 11 anni: «Mamma, è la chat dei pedofili». Il caso dei numeri sconosciuti

SENIGALLIA - Si moltiplicano le chat da record e i numeri di cellulare di moltissimi minorenni sono ormai a disposizione di molti.

Privacy violata per tanti adolescenti con il rischio di essere contattati da chiunque, anche dai malintenzionati. 

Chat dei pedofili, la vicenda

 

«Mi sono accorta che c’era qualcosa di strano perché a mia figlia sono arrivate in brevissimo tempo centinaia di notifiche – racconta la madre di un’11enne –, quando ha preso il telefono ha notato sul display messaggi provenienti da numeri sconosciuti dove si alternavano parolacce e imprecazioni. Lei è andata a vedere e si è accorta che un compagno di scuola l’aveva inserita in un gruppo, a sua insaputa. Ci saranno state diverse centinaia di persone. Quasi tutti numeri sconosciuti». Era il famoso gruppo WhatsApp del “dobbiamo arrivare a mille”. La madre, ovviamente, si è allarmata ma la figlia ha subito abbandonato il gruppo eliminando la chat.

«Mi ha poi detto che era la “chat dei pedofili” ma lei e le sue amiche si erano subito cancellate – prosegue la donna –, sicuramente non hanno compreso la gravità del termine utilizzato, a sproposito, come fosse un gioco. Non ho visto immagini e messaggi di questa natura ma, da quello che dicono altri genitori, qualcosa a sfondo sessuale è circolato. A me inquieta già il fatto che il numero di mia figlia, nonostante le restrizioni messe nel telefono, sia adesso a disposizione di sconosciuti». La vicenda non si è conclusa perché i gruppi si sono moltiplicati. «Continua a ritrovarsi inserita in altre chat che, puntualmente, cancella – conclude la madre – è fastidioso. Mi fido di lei perché mi lascia controllare il telefono ma sono preoccupata lo stesso».

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Per alcune adolescenti si è trattato solo di uno scherzo stupido dei compagni di scuola. Una burlata, insomma, per sentirsi più grandi. Nei genitori si è invece acceso un campanello d’allarme. Molti nemmeno avrebbero voluto comprare uno smartphone ai figli ancora minorenni ma ce l’hanno tutti e, per non farli sentire emarginati, hanno acconsentito.
Uno strumento pericoloso nelle mani di malintenzionati. Non risulta, però, che qualche adolescente sia stato contattato con messaggi espliciti, quindi, bisogna capire quanta suggestione ci sia stata in quello che era partito come un gioco poi degenerato con l’inserimento di immagini e messaggi volgari, a sfondo sessuale e, secondo alcuni, anche di natura pedopornografica. Circostanza, quest’ultima, che dovranno appurare e confermare gli inquirenti.

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 09:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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