Il profilo Facebook di Angelo Persico, 55enne, ex impiegato di banca di Novara, è una collezione di foto di Alessia Orro, la pallavolista della Nazionale che negli ultimi tre anni ha perseguitato senza tregua, finendo in carcere per ben due volte, prima nel 2019, poi qualche giorno fa.
Alessia Orro, l'incubo stalker: è lo stesso di tre anni fa, l'uomo arrestato per la seconda volta
I messaggi sui social
L'ultima foto è del 6 aprile: c'è Alessia che gioca in campo circondata da decine di cuori. «Ti amo, ti amo, ti amo», scrive il 5 aprile pubblicando un'altra immagine in bianco e nero della giocatrice 23enne del Vero Volley. E ancora, ci sono decine di fotografie: Alessia che condivide momenti della sua vita privata, canzoni d'amore dedicate a lei. L'incubo ricomincia. Come nel 2019 quando Persico si materializza nella sua vita per la prima volta, tempestandola di messaggi, e seguendola ovunque, organizzando persino una trasferta in Turchia per vederla giocare con la maglia di Busto Arsizio, la società in cui militava. Lei lo denuncia. Lui viene arrestato. In quella occasione lancia un primo messaggio alle vittime, alle donne che subiscono: «Non state in silenzio, denunciate, io l’ho fatto in tempo, grazie alle persone che mi sono state vicino, prima che potesse farmi ancora più male».
Il nuovo arresto
Nonostante il primo arresto e la condanna del Tribunale di Busto Arsizio, Persico riprende a perseguitare la pallavolista.L'11 marzo ricompare un nuovo profilo Facebook. Persico condivide la sua ossessione sui social ogni giorno. «Alessia vuoi sposarmi? Te lo chiedo in ginocchio, di fronte a Dio e agli uomini ...Ti saro' fedele PER SEMPRE, TE lo giuro». Finché Alessia decide di denunciarlo nuovamente ai carabinieri di Monza. Gli investigatori risalgono ad alcune prenotazioni effettuate dall’uomo in alberghi di Monza e dintorni, fino a che, mercoledì scorso, lo intercettano in movimento verso il palazzetto dove la vittima avrebbe dovuto allenarsi, e lo arrestano. In procura gli inquirenti stanno valutando di far sottoporre il 55enne novarese, difeso dall’avvocato Massimo Bordon, a perizia psichiatrica.
Il messaggio della pallavolista
«Devo ringraziare i carabinieri, la mia società, la Vero Volley, che mi ha sostenuta e aiutata, e le persone che mi sono state accanto, cercando di rendermi le giornate migliori e strappandomi qualche volta un sorriso, affrontare tutto questo da sola sarebbe stato più difficile», dice la campionessa dal suo account Instagram. Orro si è detta «felice» del fatto che «per ora» sia tutto finito, ma l’invito, dopo 3 anni, è lo stesso: «Siate coraggiosi, so benissimo quanto possa essere difficile, soprattutto quando ti rendi conto che il passato potrebbe tornare nel presente».