NEW YORK – La famiglia Quintana sapeva che nonno Ernest stava molto male, intuiva che la sua situazione era disperata. Ma mai si sarebbe aspettata che in ospedale fosse un robot a entrare in camera a informarli che il paziente «stava morendo» e che «non sarebbe mai tornato a casa».
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Questa è l’incredibile vicenda di Ernest Quintana, 79 anni, spentosi mercoledì per una gravissima crisi respiratoria, in un ospedale di Fremont, in California. La famiglia lo aveva portato domenica al pronto soccorso, e tutti i familiari facevano dei turni per stargli accanto. E’ toccato alla nipote Annalisia essere testimone della drammatica comunicazione: «Un’infermiera è venuta a dirmi che il medico stava arrivando. Ho pensato: bene, bisogna che registri le sue parole per poter meglio riferire alla mamma».
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Annalisia ha quindi attivato il suo cellulare. E non si è neanche stupita tanto quando in camera è entrata un robot. Ha creduto che probabilmente sul video che faceva da “testa” della macchina deambulante sarebbero comparsi i risultati dei vari test a cui il nonno era stato sottoposto. E si apprestava a fotografarli, quando invece sul video è comparsa la faccia di un medico, che comunicava via Skype.
Dal video-robot sono venute le parole che hanno gelato il sangue nelle vene della giovane Annalisia: «Lo sapevamo che il nonno stava male. Ma ci aspettavamo che venisse una persona in carne ed ossa a parlargli. Sapete? Anche a darci conforto!»
A rendere la scena ancor più orribile, nonno Ernest non riusciva a sentire bene le parole che provenivano dallo schermo del robot, e Annalisia gliele ha dovute ripetere ad alta voce, sillabandole.
«Sono distrutta – ha detto la giovane al canale di notizie Fox -. Sapevo che stavamo perdendo mio nonno. Ma non mi sarei mai aspettata di non avere accanto il conforto di un medico, un essere umano. Una cosa così non dovrebbe succedere mai più, a nessuna famiglia».
«Ci hanno spiegato che questa è la nuova prassi – ha detto la figlia di Ernest Quintana, Catherine -. Questo è il modo in cui si fanno le cose oggi».
L’ospedale ha chiesto scusa e ha presentato le sue condoglianze alla famiglia. Ha anche spiegato che la video-tecnologia è stata adottata per «aumentare l’assistenza, e portare una migliore consulenza ai pazienti». Ma ha ammesso che le circostanze «sono state altamente inconsuete» e che l’uso dei robot al capezzale dei pazienti verrà sottoposto a «una revisione».
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