VICENZA – Mentire sulle proprie disponibilità economiche per non pagare. Li chiamano i furbetti dell’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente. Generalmente lo fanno per ottenere prestazioni agevolate o beneficiare di contributi economici pubblici, come l’esonero o la riduzione delle rette degli asili, per i pasti della mensa o per il trasporto scolastico, oppure per farsi pagare le utenze domestiche se non addirittura usufruire di contributi ad hoc.
Una signora vicentina di 69 anni lo ha fatto per ottenere il patrocinio gratuito nella causa di separazione dal marito e quindi non dover pagare di tasca propria l’avvocato. Ma è stata scoperta e condannata a tre mesi di reclusione. Dalle indagini della Procura è infatti emerso che la pensionata aveva la disponibilità di azioni e fondi bancari per oltre 100 mila euro oltre ad altri 150 mila euro frutto della vendita di una casa.
Ultimo aggiornamento: 19:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA Una signora vicentina di 69 anni lo ha fatto per ottenere il patrocinio gratuito nella causa di separazione dal marito e quindi non dover pagare di tasca propria l’avvocato. Ma è stata scoperta e condannata a tre mesi di reclusione. Dalle indagini della Procura è infatti emerso che la pensionata aveva la disponibilità di azioni e fondi bancari per oltre 100 mila euro oltre ad altri 150 mila euro frutto della vendita di una casa.