Ucraina, incontro Kerry-Lavrov alla Farnesina. La Ue congela i beni di Ianukovich

Giovedì 6 Marzo 2014
Kerry (a destra) e Lavrov all'ambasciata russa di Parigi
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Prove di dialogo tra Usa e Russia sulla crisi ucraina. Oggi alla Farnesina c' stato un nuovo incontro tra il segretario di Stato John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, dopo il colloquio di ieri a Parigi. Kerry e Lavrov oggi sono a Roma per la conferenza internazionale sulla Libia. L'Ucraina sarà al centro anche della riunione del Consiglio straordinario dei capi di Stato e di governo Ue che si terrà oggi a Bruxelles, dove sarà presente anche il premier Matteo Renzi.

«Siamo determinati e pronti a firmare l'accordo di associazione con la Ue». Lo ha detto il premier Arseni Iatseniuk dopo la riunione coi leader Ue, aggiungendo che «siamo in situazione economica disperata».

Un incontro informale sulla crisi in Ucraina, sempre alla Farnesina, c'è stato anche fra i ministri degli Esteri di Usa, Italia, Francia e Germania, con la presenza del viceministro degli Esteri britannico. A quanto si apprende, l'incontro è servito a coordinare le posizioni prima del Consiglio europeo straordinario di Bruxelles.

Arrestato leader filorusso. Il leader separatista della regione ucraina orientale del Donbass Pavel Gubarev è stato arrestato. Gubarev, che è un imprenditore, ha guidato l'occupazione del palazzo del governo dell'oblast di Donetsk, su cui è ora tornata a sventolare la bandiera ucraina, e si era procamato «governatore del popolo». La polizia ha arrestato oltre 70 persone dopo aver sgomberato l'edificio una seconda volta. Non c'è stata resistenza, ha commentato il capo della polizia locale Maksim Kiridyansov.

Uomini armati occupano stazione tv della Crimea. Militanti armati hanno occupato e preso possesso di una stazione televisiva della Crimea. Gli occupanti hanno oscurato le reti ucraine 'Canale 5' e '1+1'. Al loro posto compaiono le trasmissioni del canale russo Rossiya 24. «Uomini armati, assieme a rappresentanti di compagnie radiofoniche e televisive russe - sostiene l'autorità radiotelevisiva ucraina in una nota ripresa da Interfax -, sono entrati nella stazione di trasmissione radiotelevisiva di Simferopoli alle ore 10.00 del 6 marzo, hanno bloccato illegalmente la diffusione di Canale 5 e 1+1 e hanno iniziato la trasmissione del segnale di Rossiya 24 a una rete di trasmettitori della compagnia radiotelevisiva del Mar Nero, e stanno tentando di trasmettere illegalmente altri canali russi. La copertura del territorio della Crimea da parte della compagnia radiotelevisiva del Mar Nero è dell'84%».

La giustizia ucraina ha emesso mandati d'arresto per il premier e per il presidente del parlamento (Rada) della Crimea, Serghii Aksionov e Vladimir Kostantivov. I due, il cui potere non è riconosciuto da Kiev, sono a capo delle istituzioni della penisola che stanno portando la Crimea tra le braccia della Russia con un referendum fissato il 16 marzo. A emettere il mandato è stato il tribunale distrettuale Shevchenko di Kiev su richiesta della procura generale. I due sono indagati in base all'articolo 109 del codice penale che prevede fino a 10 anni di reclusione per azioni volte a cambiare il regime costituzionale o a prendere il potere con la forza.

Un cacciatorpediniere lancia-missili americano, il Truxton, è in rotta da oggi dalla Grecia verso il Mar Nero, con un equipaggio di circa 300 marinai, ma si tratta di una missione decisa da diverso tempo, prima che iniziasse la crisi in Ucraina, secondo quanto hanno reso noto fonti militari Usa. L'unità ha in programma attività di addestramento con le forze navali romene e bulgare, per un arco di tempo non precisato, ha reso noto la US Navy, aggiungendo che «le operazioni della USS Truxtun erano programmate sin dalla sua partenza dagli Stati Uniti». La Truxton, dotata di decine di missili Tomahawk, fa parte del gruppo navale della portaerei George H.W. Bush, entrato di recente nel Mediterraneo, dove è impegnato in attività di addestramento prima di proseguire verso il Medio Oriente, secondo quanto scrive il quotidiano delle forze armate Usa Stars and Stripes. Il Truxton si affiancherà alla fregata Taylor, l'unica unità della US Navy che incroci attualmente nel Mar Nero, ora ormeggiata a Samsun, in Turchia, sin da metà febbraio, dopo che si era brevemente arenata.

Il parlamento della Crimea ha votato oggi in favore dell'adesione della regione alla Russia, come soggetto della Federazione Russa: lo ha annunciato il primo vice premier locale Rustam Temirgaliev, secondo l'agenzia Itar-Tass. Il parlamento della Crimea - dominato da filorussi - ha votato all'unanimità in favore dell'adesione alla Russia, formalizzando al contempo la convocazione del referendum che dovrà confermare o meno la decisione. Il referendum, fissato per 16 marzo, proporrà un'alternativa ai cittadini della Crimea (in maggioranza russi e russofili): volete tornare alla costituzione del 1992 oppure aderire alla

Federazione Russa?

Nel frattempo la Ue ha ufficialmente congelato, con la pubblicazione avvenuta oggi sulla Gazzetta Ufficiale, i beni del deposto presidente ucraino Viktor Ianukovich e di altre 17 personalità legata alla leadership ucraina esautorata nei giorni scorsi dalla piazza. Tra queste, anche il figlio di Ianukovich, Aleksandr. Nella lista figurano anche l'ex capo dei servizi di sicurezza Alexander Yakymenko, l'ex ministro dell'interno Vitali Zakharchenko, l'ex procuratore generale Viktor Pshonka, e l'ex ministro della giustizia Olena Lukash. Le sanzioni, relative ai beni personali attribuite a queste persione, resteranno in vigore per 12 mesi.

Il congelamento dell'intervento militare in Ucraina da parte di Vladimir Putin ha lasciato dunque spazio alla diplomazia internazionale, impegnata nella frenetica ricerca di una soluzione che disinneschi una tensione senza precedenti tra Mosca e l'Occidente dopo la caduta del Muro di Berlino. Grande tessitrice della tela del dialogo la cancelliera Angela Merkel, che anche ieri ha telefonato a Putin per discutere di «scenari di cooperazione internazionale» per una «normalizzazione» della situazionane in Ucraina«, come ha reso noto lo stesso Cremlino.

L'exit strategy per ora sembra passare attraverso un ampio gruppo di contatto, voluto in particolare da Berlino e Parigi, e il parziale recupero dell'accordo del 21 febbraio - poi vanificato dalla reazione del Maidan - tra Viktor Ianukovich, opposizione e tre ministri degli esteri europei, preteso ora da Mosca: non si tratta di reinsediare il deposto presidente ucraino, ma di formare un governo di unità nazionale per rappresentare tutti e di andare verso le presidenziali con la costituzione del 2004, sciogliendo le milizie estremiste e facendo ritirare le truppe russe.

L'Unione europea intanto apre i cordoni della borsa, mentre la Nato continua ad alzare i toni con Mosca. Quella che il presidente Napolitano definisce «una questione nodale» auspicando che le tensioni siano «rapidamente disinnescate» sulla base della «reciproca comprensione» e avendo come base «l'indipendenza e l'integrità» del Paese, nel quartier generale della Nato ieri ha preso i toni della guerra fredda, mentre l'Unione Europea ha varato un piano di aiuti da 11 miliardi di euro in due anni.

Ultimo aggiornamento: 18:00