Tirocini sospetti, 10 indagati

Giovedì 5 Giugno 2014
Tirocini sospetti, 10 indagati
L'inchiesta sui tirocini sospetti si allarga e minaccia di concludersi con pesanti accuse. Dieci - oltre alle quattro notificate allo Ial di Pordenone - sono le informazioni di garanzia firmate dal sostituto procuratore Maria Grazia Zaina. Due riguardano la Costruzioni Cimolai Spa e altre due un'agenzia di lavoro interinale. Sul registro degli indagati sono stati iscritti anche un paio di lavoratori stranieri.
Le indagini sono ancora in fase preliminare. La Procura sta valutando la sussistenza di un'associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al favoreggiamento dell'immigrazione. Secondo l'ipotesi investigativa, potrebbe esserci stato un accordo precostituito tra azienda, agenzia interinale e Ial per far arrivare dall'estero manodopera specializzata. I primi a dubitare sui tirocini sono stati gli ispettori della Direzione territoriale del lavoro di Udine, che si sono soffermati su una ventina di posizioni presenti nei cantieri della Cimolai a San Giorgio di Nogaro. I tirocinanti non erano ragazzi da formare, come solitamente accade in questi casi, ma operai di 30/40 anni di nazionalità serba che avevano già conseguito un diploma nel loro Paese d'origine. Operai altamente specializzati, che in alcuni casi lavoravano come saldatori già da una decina d'anni. L'Ufficio provinciale del lavoro di Udine aveva quindi disconosciuto i tirocini, ritenendo che mancassero i presupposti per avviarli La stessa linea era stata confermata dal Comitato regionale per i rapporti di lavoro, a cui era stato fatto ricorso.
Di pari passo è scattata l'indagine della Procura di Pordenone e agli ispettori del lavoro si sono affiancati gli investigatori della Squadra Mobile di Udine. Sono cominciate le acquisizioni di documentazioni relative ai progetti che riguardano i lavoratori serbi tirocinanti (21 a San Giorgio di Nogaro, 14 a Pordenone e altri 5 utilizzati come autisti sempre a San Giorgio). Il sospetto degli inquirenti è che sia stata individuata una falla nella normativa che regola i rapporti con i lavoratori stranieri e che la Cimolai, attraverso i progetti per tirocinanti dello Ial, abbia trovato il modo di sopperire alla carenza di operai specializzati. Così facendo sarebbero state aggirare le quote contigentate per chi assume dipendenti stranieri.
I lavoratori sarebbero arrivati con il visto concesso dal Consolato per il tirocinio, rientrando quindi nelle quote riservate a questo tipo di progetti. Se poi durante il percorso lavorativo ottenevano una proposta di assunzione, il visto veniva convertito nel permesso di soggiorno. In questo contesto dovrà essere valutato anche l'aspetto relativo agli oneri previdenziali, da qui l'ipotesi di truffa.
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