Strage in caserma/ La chiave dei delitti
nel processo per violenza sessuale

Venerdì 5 Ottobre 2012 di Laura Lorenzini
Il maresciallo Zingale e la caserma del delitto
ROVIGO - Testimonianze, dichiarazioni e risposte. Compresi i tanti non ricordo. Tutte le carte del processo per violenza sessuale a carico del comandante Antonino Zingale tornano sotto la lente della Procura di Rovigo. Con il focus sulle parole dell’appuntato Renato Addario, che fu chiamato sul banco dei testimoni per la vicenda del supposto tentativo del suo superiore di baciare una donna in caserma.



Dopo la strage di lunedì nella caserma dei carabinieri di Porto Viro, con Addario che ha ucciso a bruciapelo con la pistola d’ordinanza il comandante e la moglie Ginetta Giraldo, quel procedimento diventa di nuovo importante. Anche se si è chiuso con l’assoluzione dell’imputato.



E lo diventa dopo il j’accuse del fratello dell’appuntato, il medico Luigi Addario, che ha scartato la tesi del raptus improvviso caldeggiando quella del mobbing lacerante, che avrebbe fatto esplodere il carabiniere come una pentola a pressione. E il punto di non ritorno, il crac nei rapporti tra superiore e subalterno, sarebbe stato proprio quel processo, nel quale Addario fu chiamato a testimoniare. «Forse gli volevano far dire cose non vere. Lui ha dato una mano al comandante e quello lo faceva martire», ha accusato il medico.



Il sostituto procuratore Stefano Longhi ha deciso così di acquisire gli atti per capire se, tra le carte di quello spinoso procedimento, possa trovarsi la chiave della strage di lunedì scorso. Longhi, di quel processo, era pubblico ministero. E, sebbene ricordasse quella testimonianza, ha deciso di ripassare tutto. Con scrupolo e attenzione. In cerca delle possibili battute che potrebbero essere state fonte di attrito e di ipotetiche ritorsioni. Per ora nulla sembrerebbe giustificare la furia che ha portato Addario a uccidere il comandante e la moglie, per poi spararsi. Tra le carte sono emersi molti «non ricordo». L’appuntato dichiarò al giudice di non ricordare né l’ingresso della donna in caserma e neppure l’uscita, dopo la visita al comandante. Fu la testimonianza troppo defilata a irritare Zingale, come ipotizza il fratello, scatenando la sua irritazione? Sarà la Procura a valutarlo.



Ieri intanto è stato il giorno delle autopsie su Antonino Zingale e la moglie, mentre oggi toccherà alla salma di Addario. L’esame comprenderà anche rilievi tossicologici sul corpo di quest’ultimo per verificare se possa avere agito sotto l’effetto di sostanze. Le indagini proseguiranno con accertamenti sul computer portatile dell’appuntato e sui telefoni cellulari. Quindi verranno sentiti la moglie di Addario, colleghi di lavoro e superiori.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA