Rogo alla Polimero, sospetti sulle cause:
sesto incendio in impianti Idealservice

Venerdì 19 Luglio 2013 di Lorenzo Zoli
La Polimero di Sant'Apollinare dopo l'incendio (foto Max Sandri)
ROVIGO - Dopo il rogo, le indagini. Con la procura della Repubblica e i carabinieri che vogliono capire cosa sia accaduto nel capannone di Sant'Apollinare che ha preso fuoco, producendo una nube nera che ha spaventato tutta Rovigo e un bel po’ di comuni vicini. Se da una parte le notizie sui temuti rischi di inquinamento appaiono confortanti, ciò nulla toglie alla necessità, per gli investigatori, di avere un quadro completo della situazione.



E oggi potrebbe essere il giorno buono per fare passi avanti in questo senso. Dopo che ieri, verso le 16, i vigili del fuoco, dopo oltre 24 ore di lavoro ininterrotto, hanno messo in sicurezza tutta l'area, oggi i primi sopralluoghi approfonditi potranno consentire di acquisire elementi utili.



La prima domanda è: cosa era stoccato, in grande quantità, nel capannone? Si ipotizza che ci fossero enormi sacchetti di granulato di plastica che - in parole povere - è destinato ad essere fuso e poi sagomato sulla base degli stampi di volta in volta scelti. Un processo, questo - importante precisarlo - che non avveniva nel capannone di Sant'Apollinare, dove il prodotto grezzo era unicamente stoccato.



Seconda domanda: come sono nate e come si sono sviluppate le fiamme? E questo è uno dei punti principali che dovrà essere chiarito. Il sostituto procuratore della Repubblica Fabrizio Suriano, titolare dell’inchiesta, dopo avere disposto il sequestro dell'area attende le relazioni di vigili del fuoco, Spisal e carabinieri, prima di disporre approfondimenti.



Di certo c'è un elemento nella vicenda che non è sfuggito né agli inquirenti né agli ambientalisti più attenti. Vale a dire il fatto che ultimamente in Veneto si stanno verificando un po’ troppi incendi in impianti addetti al trattamento di rifiuti e aziende di questo tipo. In particolare dal 2006 quello di ieri è il sesto rogo che si è sviluppato in una delle "filiali" di Idealservice Srl, società cooperativa friulana che si occupa del trattamento e del recupero di rifiuti e materiali di vario tipo.



La cooperativa, a quanto ricostruito, gestiva in comodato il capannone, di proprietà della società Polimero srl, che a sua volta aveva preso in affitto un ramo d'azienda di Rigeneral Plast, la società di Sant'Apollinare di proprietà della famiglia Tiberto. La Rigeneral era finita in grosse difficoltà finanziarie, culminate col fallimento sia suo che delle Edilbilly, la società immobiliare pure dei Tiberto. Sempre la Rigeneral era stata in passato coinvolta anche in una inchiesta su presunte irregolarità relative allo stoccaggio di 3.600 balle di plastica. Sia l'imprenditrice Simonetta Tiberto - che riveste un ruolo di vertice anche in Polimero - che il padre ne sono comunque usciti senza alcuna conseguenza. Ma la vicenda, con un prolungato sequestro del materiale, avrebbe contribuito al dissesto.



Sui ripetuti episodi di incendio a impianti Idealservice non stanno lavorando unicamente i carabinieri di Rovigo, ma anche i colleghi del Noe, con i quali i rapporti e gli scambi di informazioni sono già iniziati. Presto per trarre conclusioni certe, ma ovviamente il fatto che si siano verificati tanti incendi fa riflettere. Anche perché, al momento, non c'è una chiara indicazione dell'origine delle fiamme sviluppatesi nel capannone di Sant'Apollinare. Il materiale plastico stoccato era senza dubbio infiammabile, ma non è benzina. Non bastava certo un cerino, insomma, a scatenare l'inferno contro il quale i vigili del fuoco hanno combattuto senza sosta dalla tarda mattinata di mercoledì.
Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 17:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA