Popolare Vicenza, titoli sopravvalutati
già 14 anni fa e troppi poteri a Zonin

Venerdì 25 Settembre 2015 di Maurizio Crema
Gianni Zonin, presidente della Banca Popolare di Vicenza
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VICENZA - Popolare Vicenza, la Banca d’Italia già nel 2001 aveva evidenziato che il valore delle azioni era "poco oggettivo". E che la banca era caratterizzata già allora, anno VI della presidenza di Gianni Zonin, da un "modello gestionale di tipo verticistico che ha limitato l’attività del consiglio d’amministrazione ad acritiche approvazioni delle proposte presentate".



Un consiglio dove non esisteva "una reale dialettica" e "caratterizzato da uno scarso ricambio"In mezzo alla bufera per l’inchiesta della Procura di Vicenza per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza che ha portato al blitz della Guardia di Finanza, spuntano stralci del rapporto ispettivo del 2001 che illuminano un situazione già "stressata". E non solo per lo scontro in cda che aveva portato alla defenestrazione dell’ex vicepresidente, l’avvocato Gianfranco Rigon, e dell’ex direttore generale Giuseppe Grassano. Gli ispettori della Banca d’Italia che avevano portato avanti l’ispezione dal febbraio al luglio del 2001 avevano sottolineato nel loro rapporto che "le modalità di determinazione annuale da parte del Consiglio del prezzo di emissione e di rimborso delle azioni sociali, fissato per l’esercizio 2001 in lire 85.196" - cioè 44 euro, poco sotto al valore di oggi, 15 anni e molt aumenti dopo - "non sono ispirate a criteri di oggettività ma esprimono il risultato di un compromesso di valutazioni dei singoli consiglieri discoste dai conteggi della direzione amministrativa che già inglobano nel valore prospettato, in aggiunta al patrimonio netto, componenti addizionali in parte stimate".



Insomma, il valore era scaturito da un’ipotesi. Ottimistica. Accadeva così in molte Popolari non quotate. Ma oggi, alla luce dell’inchiesta e dei numerosi esposti di soci (come quello dell’avvocato Renato Bertelle), che un anno fa hanno sborsato 62,5 euro per l’aumento di capitale per vedersi poi il valore dell’azione decurtato del 23% prima delle perdite per oltre un miliardo emerse nel primo semestre di quest’anno, quella sottolineatura ha il sapore della beffa.Si poteva dunque già fermare la slavina quando ancora si era solo all’inizio di un crescita tumultuosa. Invece l’allarme lanciato dagli uomini della Banca d’Italia non è stato raccolto.



Perché?Gli ispettori dell’istituto di Vigilanza poi facevano un altro pesante appunto alla gestione della Popolare: "non sufficientemente incisiva è risultata l’azione del Collegio sindacale". Insomma, i controllori non erano vigili. Critica rilanciata con decisione anche contro Consob e Banca d’Italia dai senatori 5Stelle Enrico Cappelletti, Gianni Girotto e Giovanni Endrizzi, autori anche di un’interrogazione in Parlamento che insieme all’azione del deputato della Lega Filippo Busin hanno portato alla risposta del governo di una settimana fa, dove si ventilava l’ipotesi di ulteriori azioni da parte della Bce. Che, si ricorda, ha ancora in corso una sua ispezione dopo aver rilevato già la "bomba" dei quasi 974 milioni di aumento di capitale finanziato dalla stessa banca attraverso prestiti agli azionisti. Una cinquantina dei quali (su 900 soggetti finanziati) avrebbe ricevuto dalla Popolare un contratto di riacquisto delle loro azioni a cifre prefissate per un totale di 300 milioni.Nell’inchiesta del sostituto procuratore Luigi Salvadori per ora sono indagate sei persone: il presidente Gianni Zonin, i consiglieri Giuseppe Zigliotto e Giovanna Dossena; l’ex consigliere delegato e direttore generale Samuele Sorato, e i suoi due ex vice, Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta.



Tutti e tre i manager hanno in corso una causa contro la Popolare di Vicenza per il congelamento delle liquidazioni dopo il licenziamento (a Sorato sono stati versati 2 milioni sugli oltre 4 previsti, agli altri due zero). «Faremo ricorso al Riesame per ottenere il sequestro dei documenti sigillati nei giorni scorsi dalla Gdf - afferma l’avvocato padovano Fabio Pinelli che difende l’ex dg di Noale (Venezia) Sorato - il mio cliente vuole dare piena collaborazione alla Procura e intende fare chiarezza su tutti gli addebiti. Siamo sereni». La partita con i giudici è appena iniziata, potrebbero presto esserci altri indagati
Ultimo aggiornamento: 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA