Lo strano caso dell'ingegner Fasiol:
la sua nomina non fu mai autorizzata

Domenica 15 Giugno 2014 di Giuseppe Pietrobelli
Lo strano caso dell'ingegner Fasiol: la sua nomina non fu mai autorizzata
VENEZIA - Serviva un uomo negli apparati di vertice della Regione. Non nella struttura politica dell'assessorato, ma in un ruolo tecnico. Per controllare le procedure, indirizzare le pratiche, accelerare i tempi, in particolare dei project financing. Nella costruzione perfetta del sistema Mantovani, che secondo l'accusa aveva due referenti formidabili nel governatore Giancarlo Galan e nell'assessore ai Trasporti Renato Chisso, era necessario un terzo ingranaggio.



Lo sostengono i pubblici inisteri che hanno chiesto e ottenuto l'arresto di Giuseppe Fasiol, 53 anni, residente a Rovigo. È il commissario straordinario alla riforma del Settore Trasporti, nonchè dirigente regionale della Direzione Strade, autostrade e concessioni infrastrutture di trasporto. Ma anche componente della commissione di collaudo (la nomina risulterebbe in data 11 gennaio 2012) per la verifica funzionale del sistema Mose, su sollecitazione di Giovanni Mazzacurati e Piergiorgio Baita. Insomma, il numero due delle infrastrutture, dopo Silvano Vernizzi.



Ma è davvero tutto oro quello che luccica nell'inchiesta veneziana? La tesi della Procura viene contestata dal difensore, l'avvocato Marco Vassallo, che ricorrendo al Tribunale del riesame ha esibito un prova ad effetto, che dimostrerebbe l'inesistenza del presupposto che ha portato in carcere Fasiol. All'ingegnere sono contestati quattro incarichi ricevuti dal Magistrato alle Acque (tutti con data 2 aprile 2013), relativi a collaudi alle bocche da porto. Le parcelle sono contenute: 6.386, 3.296 euro, 5.156 e 2.485 euro. Secondo i Pm, Fasiol sarebbe «l'uomo giusto al posto giusto» per la coppia composta da Claudia Minutillo e Piergiorgio Baita, che erano affamati di controllare l'operatività del Mose e far avanzare i project financing.

Fasiol è citato in un contesto di contrasti tra Baita e Silvano Vernizzi, segretario generale alle Infrastrutture della Regione. Un funzionario in carriera, Fasiol, a cui Baita decide di far assegnare il collaudo del Mose. Minutillo ha detto: «Lui apprezzò molto questa cosa. E' ovvio che un collaudo del genere vale tanti, tanti soldi, perché va in base al valore dell'opera». Serviva però l'autorizzazione dell'assessore. «Chisso era contentissimo e disse che non ci sarebbero stati assolutamente problemi per l'autorizzazione».



Ma qui si profila un possibile colpo di scena. «L'ingegner Fasiol aveva presentato la domanda per ottenere dalla Regione l'autorizzazione a ricoprire l'incarico. Ma l'autorizzazione non è mai arrivata e così lui ha revocato la richiesta» sostiene l'avvocato Vassallo. Conclusione? «La nomina non ebbe seguito, l'ingegner Fasiol non ha fatto alcun collaudo». Eppure nel capo d'imputazione è esplicito il riferimento alla nomina «espressamente sollecitata» da Baita e Mazzacurati con la conseguente accusa di aver ricevuto «a titolo di compenso» le quattro parcelle per circa 19 mila euro. «Confidiamo nel riesame, che discuterà il nostro ricorso per insussitenza totale di indizi il 23 giugno» conclude il difensore.
Ultimo aggiornamento: 11:58
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