Linea dura del Movimento 5 Stelle di Vicenza contro il consigliere comunale Daniele

Domenica 9 Marzo 2014
Linea dura del Movimento 5 Stelle di Vicenza contro il consigliere comunale Daniele Ferrarin: sfiduciato e caldamente invitato a rassegnare le proprie dimissioni. È questo il finale col botto che chiude una lunga nota inviata l'altro giorno dal MeetUp di Vicenza. Con il diretto interessato che replica: «Non mi dimetto: sono sempre stato fedele alla linea del movimento e questa sfiducia arriva da una minoranza». Ma facciamo un passo indietro. È oramai sera quando arriva il comunicato che scarica Ferrarin. Si parte dall'argomento caldo di questi giorni e cioè dall'espulsione dei 4 senatori pentastellati, dopo alcune critiche rivolte a Beppe Grillo. Una questione che ha creato fibrillazione anche nel partito berico: la consigliera comunale Liliana Zaltron si è detta favorevole all'espulsione, Ferrarin e il senatore Enrico Cappelletti avrebbero invece preferito un finale diverso.
Nettissimo, il giudizio del MeetUp di Vicenza: «Intendiamo esprimerci attraverso una posizione chiara e senza mezzi termini, in perfetta identità con il concetto espresso da Beppe Grillo su coloro che non ci rappresentano più. Questa posizione, non è mai stata né mai lo sarà, una linea imposta dall'alto, ma pura espressione degli attivisti registrati al blog e appartenenti al MeetUp Ufficiale di Vicenza. Allontanare dei soggetti deleteri per il movimento è un'azione legittima, se la loro condotta politica non rappresenta correttamente le idee del M5S». E qui si entra nel merito della «scomunica» rivolta a Ferrarin: «Prima delle elezioni amministrative i candidati hanno firmato un patto etico che li vincolava, se eletti, a rimettere il mandato al voto dell'assemblea con intervalli temporali di 6 mesi». Ferrarin, è l'accusa, non ha rispettato questo patto e quindi non ha più ricevuto il rinnovo della fiducia: «Per coerenza politica e rispetto verso la parola data, ci aspettiamo che faccia quanto promesso tramite l'istituto delle dimissioni».
In realtà Ferrarin già da tempo era finito sotto i riflettori per la sua prolungata assenza alle assemblee settimanali del movimento: dove ogni decisione viene discussa e presa in maniera collegiale. E questo sarebbe il motivo vero della sfiducia. Ma il consigliere comunale replica a stretto giro di posta e ribadisce: «Non mi dimetto». Il perchè ruota attorno a due concetti fondamentali. Il primo: «La notizia mi lascia allibito perché anticipa l'incontro che avevo concordato per luendì prossimo con la loro assemblea. Precisato che la sfiducia a un consigliere comunale può arrivare solo attraverso il voto dei cittadini sul Blog di Beppe Grillo, è evidente che il voto di un gruppo minoritario, all'interno dell'assemblea vicentina del Movimento 5 Stelle, non rappresenta la volontà di chi mi ha votato e di tutti gli attivisti che mi stanno di fatto sostenendo». E contrattacca: «I miei interventi sono sempre stati in linea con il programma del Movimento 5 Stelle e con le linee che in varie occasioni pubbliche anche Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno ribadito essere fondamentali per il profondo cambiamento di cui ha bisogno il nostro Paese, e soprattutto sono stati concertati con attivisti vicentini che, pur essendo iscritti ad altri diversi Meetup della zona berica, disertavano da tempo le assemblee pubbliche, rese sterili e improduttive da un gruppo minoritario di detrattori».
© riproduzione riservata