I sindaci uniti: «No al patto di stabilità
per difendere la sicurezza del territorio»

Sabato 5 Ottobre 2013
Roberto Padrin, sindaco di Longarone
LONGARONE - A 50 anni dal disastro del Vajont, oggi a Longarone stata la giornata dei sindaci, con Piero Fassino, presidente dell'Anci, che dice: Siamo qui per non dimenticare. Per Fassino il non dimenticare si traduce anche nel sostegno alla richiesta dei suoi omologhi di spingere sul Governo per poter rompere il patto di stabilità «almeno - dice il sindaco di Longarone Roberto Padrin - per poter lavorare sulla sicurezza del territorio».



La giornata dei sindaci è stata divisa in due momenti. Il primo al cimitero di Fortogna dove sono sepolte le vittime, con la deposizione di una corona di fiori e poi in municipio a Longarone per parlare delle «infinite difficoltà - hanno detto i primi cittadini - in cui ci dobbiamo dibattere per la costante carenza di fondi". «Siamo le sentinelle del territorio - ha detto Padrin, guardando alla diga del Vajont - e per questo serve rompere il patto di stabilità, fatto che trova il nostro presidente Fassino pienamente convinto, per prevenire i rischi di calamità naturale, per garantire la massima sicurezza ai nostri cittadini».



«Il Vajont - ha sottolineato - è un insegnamento, per assurdo al contrario, un modello per guardare al bene di tutti prima che al profitto». Nel corso dell'incontro i sindaci hanno anche parlato di autonomia e nuovo ordinamento degli enti locali.



Sulla diga del Vajont si sono invece recati parlamentari e politici locali di Veneto e Friuli Venezia Giulia del Movimento 5 stelle. Una sorta di pellegrinaggio «per non dimenticare» hanno detto ma anche per «invitare a rispettare la natura evitando i drammatici errori del passato».
Ultimo aggiornamento: 17:09