Falcao duro con la Seleçao:
«Troppe lacrime poco carattere»

Giovedì 10 Luglio 2014 di Ugo Trani
Falcao duro con la Seleçao: «Troppe lacrime poco carattere»
Boa Noite Copa. Adesso il nome della trasmissione del Divino, conduttore di prestigio per Fox sport dagli studi televisivi di Rio, sembra l'anticipazione del Desastre de Belo Horizonte. Di come sarebbe andato a finire il mondiale della Seleçao. Black out e tutti a letto. Senza cena e senza festa. «E' la peggior sconfitta della nostra storia. Tragica nel punteggio e nella prestazione. Ma la cosa più triste è che nessuno riesce a capire come è successo. Inspiegabile. Per tutti noi». Eppure da martedì sera Paulo Roberto Falcao, 61 anni, si sforza di trovare i motivi della catastrofe. Perché questo è per la gente di qui. «Io a caldo ho detto al mio pubblico: inutile cercare i colpevoli. Bisogna prenderla come lezione. Dobbiamo imparare dalla Germania. Si è preparata per questa competizione. Noi no». E' la prima sentenza dell'ex centrocampista della Roma del secondo scudetto. Il volante, come lo chiamano qui, di Liedholm. Non di Scolari, senza uomo alla guida della sua nazionale e quindi finito fuori strada alla sesta curva e dopo altre rischiose sbandate.



Peggio del Maracanazo?

«Mi dicono di sì. Io, però, non posso fare quel paragone. Non ero nato nel Cinquanta. Il risultato di Belo Horizonte è già diventato Mineirazo. Ma è il Brasile che ha fatto grande la Germania. Forte e organizzata. Ma sette reti sono troppe. Ce le siamo fatte da soli».

Dove vuole arrivare?

«Preso il primo gol di Muller, abbiamo pensato che fosse finita e smesso di giocare. Eppure i tedeschi, tranne che nella prima partita contro il Portogallo, hanno sempre faticato. Tranne che contro il Brasile. Il pari in rimonta con il Ghana, il successo striminzito con gli Usa, la sofferenza con l'Algeria. E di misura pure contro la Francia. Invece noi ci siamo subito arresi. Poi le tre reti in tre minuti. Mi ricordo quello che disse Carletto quando subì con il Milan, in finale di Champions, tre gol dal Liverpool in pochi minuti: corto circuito. Come il nostro».

Il Brasile ha pagato le assenze di Thiago Silva e Neymar?

«No. Avrebbe perso anche con loro due in campo. Ci manca Schweinsteiger. Lui comanda il gioco e con Khedira e Kroos rende tutto facile ai compagni. Il problema non è Fred, bravissimo nella Confederations dell'anno scorso, ma il centrocampo. Lì cominciano i nostri guai»

Giuste le convocazioni di Scolari?

«Tranne Fred, Jo e i due portieri di riserva, gli altri giocano nei migliori club d'Europa: Real, Barcellona, Bayern, Chelsea, Psg, City, Tottenham, Zenit, Shakthar, Napoli, Inter, Wolfsburg e Roma. Noi indietro tatticamente, Loew aiutato anche da Guardiola. La Germania è squadra».

Scolari presuntuoso con quattro giocatori offensivi.

«Io lo conosco, rispetta gli avversari. Solo che i tedeschi hanno personalità e noi no. Ci siamo messi a piangere prima dei rigori contro il Cile. Già lì avevamo paura di uscire. Fragili anche psicologicamente. Ora bisogna ripartire dal primo giorno di scuola. Dobbiamo studiare tanto...».