Bimba bocciata in prima elementare:
la scuola condannata al risarcimento

Giovedì 20 Settembre 2012
Bimba bocciata in prima elementare: la scuola condannata al risarcimento
NAPOLI - Non si poteva assolutamente bocciare la bambina con problemi di apprendimento: il Tar condanna la scuola elementare di Lacco Ameno a un risarcimento (praticamente simbolico, ma indubbiamente significativo) di mille euro per il danno psicologico subito dalla piccola alunna , e redarguisce severamente gli educatori poco rispettosi anche delle prassi amministrative. A distanza di oltre un anno si chiude dunque il caso che aveva fatto discutere l'Italia intera e la bambina - che all'epoca della clamorosa bocciatura aveva sei anni e frequentava la prima elementare - adesso frequenta la terza elementare, con il diritto ad avere l'insegnante di sostegno.



Dopo la bocciatura infatti, il Tar aveva sospeso il provvedimento in attesa di esprimersi nel merito. Grazie alla sospensiva, la bimba era stata ammessa a frequentare la seconda elementare, che ha terminato nel giugno scorso con la promozione in terza. Soddisfatti della sentenza, i genitori della bimba che avevano promosso il ricorso patrocinato dagli avvocati Bruno Lorenzo Molinaro e Miryam Petrone. «Nostra figlia era stata abbandonata al suo destino. Senza insegnante di sostegno, nonostante noi avessimo segnalato i suoi problemi all'autorità scolastica. La cosa ancora più grave - ribadiscono i genitori della piccola - è che nostra figlia era stata addirittura emarginata dal normale apprendimento e relegata addirittura fra gli ultimi banchi».



L'istituto scolastico si era difeso affermando che la decisione della bocciatura era stata decretata «per il bene dell'alunna, dal momento che c'erano troppe insufficienze sulla sua pagella». In particolare, i deficit riguardavano le poche nozioni elementari di matematica (la bimba non riusciva a contare fino a cinque) e l'apprendimento dei rudimenti della lingua italiana (incapacità a leggere e a scrivere). Ed anche sulle difficoltà palesate dalla famiglia, la risposta della scuola si è basata sul fatto che «il medico non aveva riscontrato handicap o problemi».



Ragion per cui non era stato disposto quell'insegnamento a sostegno che adesso la bambina dovrà avere. Il delicato caso ha sollevato forti polemiche, perchè la legge 170 del 2010 all'articolo 2 prevede che alle persone con diversa abilità venga assicurato in ogni caso il diritto all'istruzione. Ma anche che venga assicurato loro il percorso scolastico, attraverso misure didattiche di supporto, al fine di promuovere le potenzialità che i soggetti con diversa abilità in ogni caso hanno e che vanno incentivate in tutti i modi.



L'obiettivo è quello di ridurre i disagi relazionali ed emozionali e, soprattutto, adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti, qualunque sia la loro condizione. Oltre a condannare la scuola per la bocciatura della bimba, i giudici della quarta sezione del Tar presieduta da Luigi Nappi, hanno voluto anche redarguire gli educatori, ricordando loro che rientra nei propri compiti anche quello di verificare in prima persona i possibili disagi degli alunni nell'apprendimento.





Ultimo aggiornamento: 18:47