Berlusconi: «Milano non è persa, dietro
Pisapia sinistra estrema e centri sociali»

Martedì 17 Maggio 2011
Manifesti di Pisapia a Milano
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ROMA - Alta tensione fra Lega e Pdl dopo lo schiaffo di Milano al premier Silvio Berlusconi. La verifica per slitta a giugno, dopo i ballottaggi. Il Pdl intanto nega la sconfitta e sostiene che, esclusa Milano, le amministrative sono state un pareggio fra i due schieramenti.



Con la Lega ci sono dei problemi derivanti da alcune scelte, che ci hanno diviso, ma con Bossi il rapporto sarà recuperato anche perché da adesso in poi ogni decisione sarà condivisa con il Carroccio. È il senso del ragionamento svolto dal premier, secondo quanto riferito da alcuni presenti, nel corso del vertice a palazzo Grazioli convocato per analizzare i numeri del voto. Abbiamo una maggioranza compatta che ci consentirà di fare le riforme e un governo la cui solidità non sarà messa in discussione dall'esito dei ballottaggi, ha poi aggiunto Berlusconi.



Attacco a Pisapia. Ce la possiamo ancora fare per vincere a Milano, ma dobbiamo far capire cosa si nasconde dietro il candidato Giuliano Pisapia, cioè la sinistra estrema e i centri sociali, è stato poi il ragionamento che avrebbe fatto Berlusconi al vertice. Il premier non ha comunque ancora deciso se spendersi ancora in prima persona per recuperare lo svantaggio e vincere il ballottaggio a Milano. La decisione, riferiscono fonti presenti al vertice del Pdl, sarà presa anche sulla base dei sondaggi che dovranno verificare se vi siano margini per ribaltare il risultato oltre che naturalmente dalla strategia che il sindaco Moratti e i vertici del partito di Milano decideranno di intraprendere in questi 15 giorni.



Il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli intanto assicura: tutta la Lega è impegnata sul secondo turno. Cauto intanto il Terzo Polo, mentre i grillini, vera sopresa di queste elezioni con punte di consenso oltre il 10%, non daranno indicazioni di voto.



La parola d'ordine insomma fra Pdl e Lega è unità, nonostante l'iritazione del Carroccio, che addossa la colpa della sconfitta a Berlusconi. Dopo la batosta a Milano e il risultato al di sotto delle aspettative a Napoli, nel Pdl si riaprono vecchie ferite. I malumori per la strategia della campagna elettorale che ha visto prevalere la linea dei falchi è ad esempio il pretesto per rimettere in discussione l'organizzazione e la gestione del partito stesso. Una lista lunga di recriminazioni che, a seconda dell'esito dei ballottaggi, può assumere un peso diverso. Per il momento però tutto tace, nessuna delle anime del partito vuole essere incolpata di aver remato contro proprio nella volata per i ballottaggi ma, come era stato preannunciato alla vigilia della campagna elettorale, dopo il voto per Berlusconi i nodi arriveranno al pettine.



Non avendo ancora assorbito la delusione per i risultati elettorali, il leader del Carroccio, Umberto Bossi, impone il silenzio ai suoi. Dopo un vertice in via Bellerio con i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli, Bossi ha dato ordine di non parlare con nessuno, di non rilasciare dichiarazioni. Le uniche parole fronte Lega che circolano sono quelle di Calderoli: «Non ascoltiamo le sirene dell'ultimo momento - ha detto - non caschiamo in guiochi di seduzione, la Lega sta con chi le riforme le vuole davvero e può realizzarle. La Lega, tutta la Lega è impegnata per vincere i ballottaggi e ce la metteremo tutta. Ho letto alcune supposizioni prive di fondamento circa quel che la Lega starebbe facendo ma sono elucubrazioni prive di qualsiasi sostanza. La Lega è riunita in queste ore proprio per trovare la strada per vincere i ballottaggi e Bossi per primo sta pensando a come vincere».



La Lega però fa filtrare il suo disappunto per Milano e fa sapere all'alleato di governo: bisogna cambiare. Perché, è in estrema sintesi l'analisi che circola a via Bellerio, se il Carroccio deve incassare lo smacco di Milano, è proprio a causa delle scelte di Berlusconi e dei suoi.



Anche perché a Milano il Carroccio registra un meno 3% rispetto alle politiche del 2008,
ma deve soprattutto digerire un inatteso ballottaggio con una candidata, Letizia Moratti, che fino all'ultimo si era chiesto a Berlusconi di cambiare.



I dati di Milano, del resto, sembrano penalizzare non solo la Moratti, ma la stessa Lega. La lista del Carroccio passa infatti dal 3,8% del 2006 al 9,5%. Ma perde quasi tre punti rispetto alle politiche del 2008, quando aveva raggiunto il 12,3%. Il tracollo, certo, lo registra il Pdl, che nel 2006 sommando i voti di Fi e An arrivava da solo al 40,8% e oggi si ferma al 28,9% (alle politiche era al 36,9%). Ma quello che da via Bellerio si rimprovera all'alleato è di aver trascinato giù anche la Lega.



Per Berlusconi preferenze dimezzate. Il crollo del Pdl a Milano coinvolge anche Berlusconi, che non solo fallisce l'obiettivo di raggiungere le 52.577 preferenze raccolte nel 2006, ma si deve accontentare di poco più della metà (27.972), secondo i dati definitivi forniti dall'ufficio elettorale del comune di Milano. Con il 28,75% dei consensi il più importante partito del centrodestra resta il più votato in città, ma è la vittima più illustre del deludente risultato di Moratti: in un anno ha perso quasi 8 punti (era al 36% alle regionali) e ben 12 dalle scorse comunali quando Fi e An totalizzarono il 40,9%. Nella gara delle preferenze il vicesindaco Riccardo De Corato resta il secondo più votato (5.786 voti), seguito dal cielllino Carlo Masseroli con 3.406.



«Fatto salvo Milano, che per noi è stata una vera sorpresa, sul resto i numeri dimostrano una sostanziale parità fra centrodestra e centrosinistra», ha detto Denis Verdini, coordinatore del Pd, nel corso di una conferenza stampa nella sede del partito a via dell'Umiltà a Roma, nel corso della quale ha sottolineato come a livello nazionale il Pdl ha ottenuto il 26% contro il 21% del Pd. «Non ci penso nemmeno a dimettermi, non sono abituato a dare le dimissioni», ha poi affermato Verdini, rispondendo a chi gli chiedeva se avesse pensato alle dimissioni dopo il risultato di Milano.



«Forse per troppo amore per Milano e i milanesi abbiamo sbagliato i toni di questa campagna elettorale. Ora si apre una fase nuova», ha detto Letizia Moratti. «Questo stesso amore e il suo senso di esponsabilità per Milano e per i milanesi - ha aggiunto - mi riporta da subito nelle strade e nelle piazze per incontrarvi uno a uno».



«Queste elezioni hanno duramente penalizzato Pdl e Lega che sono stati puniti dagli elettori. C'è stata una bocciatura del governo Berlusconi, visto che Berlusconi aveva chiesto un referendum. Ma se c'è stata una bocciatura di quello che c'è, va detto che non c'è ancora una alternativa vera». È questa l'analisi del voto delle amministrative da parte del leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, che tuttavia per ora non dà indicazioni di voto per i ballottaggi.



Il Terzo polo deciderà domani, in un incontro tra i vertici e i candidati sindaci, l'atteggiamento da assumere per il ballottaggi, ha annunciato il il leader dell'Udc, spiegando che alla riunione saranno presenti anche i candidati di Milano Manfredi Palmeri e Napoli Raimondo Pasquino. «Con loro - ribadisce Casini - stabiliremo una linea chiara. Dopodiché gli elettori sono maggiorenni e vaccinati e non hanno bisogno di Bignami per il voto. Ognuno farà la sua scelta». «Potremmo - spiega Casini - dare l'appoggio a uno dei candidati, lasciare libertà di voto o astensione o invece non dare sostegno a nessuno dei due candidati. Insomma, vedremo domani cosa fare con i nostri dirigenti locali. Sono loro che ci hanno messo la faccia durante queste amministrative e sentiamo che cosa hanno da dirci». Certo, rileva, «abbiamo avuto segnali di fumo e di telefono da tutti, anche dai più impensati. Ma il problema è politico. È chiaro che noi non cerchiamo posti a tavola, non ci uniamo alla Repubblica dell'arruolamento, se no stavamo già al governo. In ogni caso, solo chi ha messo la faccia per la campagna elettorale per il Terzo polo è legittimato a parlare. Né io né Urso né Ronchi possiamo parlare al posto dei milanesi e dei napoletani. La gente deve decidere sul territorio», ha concluso.
Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 00:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA