Michela, dalla laurea ai campi:
«Così sfido la crisi»

Venerdì 9 Maggio 2014 di Eleonora Scarton
Michela, dalla laurea ai campi: «Così sfido la crisi»
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LENTIAI (BELLUNO) - Dalla crisi economica è scaturito l’ingegno ed è sfociata nella sua pienezza la passione per l'agricoltura. Se a ciò si aggiunge l'amore per la propria famiglia, ecco gli ingredienti che hanno fatto nascere una nuova attività. È quella di Michela Coccato, 39 anni di Lentiai che, con il marito Marco Freguglia, ha aperto una serra per la coltivazione di piante da orto per venderne il raccolto.



Michela, laureata in scienze forestali ed ambientali, fino allo scorso autunno lavorava in uno studio, ed aveva una propria partita iva. Un’attività non redditizia dal punto di vista economico, ma soprattutto non le permetteva di seguire i suoi due bambini come voleva.



«Sono originaria di Padova - racconta Michela - per cui i miei genitori non possono darmi una mano con i bambini. Dato che i miei figli vengono prima di tutto, mi era balenata l'idea di metterci in proprio». Il marito Marco, lavora alla Coldiretti, e le suggerisce quindi di investire nell'agricoltura. «Un giorno ci siamo guardati negli occhi - prosegue Michela - e ci siamo detti: perché non lo facciamo anche noi? E così abbiamo iniziato la nostra avventura. Abbiamo comprato il terreno ed abbiamo costruito la serra dove coltiviamo le nostre piante. Quest'anno, le abbiamo comprate, ma dal prossimo la produzione sarà per almeno l'80% tutta nostra».



Michela, ha avviato questo progetto lo scorso anno. Un po’ di supporto economico ha potuto averlo attraverso la partecipazione al bando per i giovani agricoltori (che si può richiedere fino ai 40 anni) del piano di sviluppo rurale. «Attualmente ci siamo appoggiati alla cooperativa "La fiorita" - racconta - ma la nostra intenzione è quella di riuscire a creare una clientela fissa». Le difficoltà non mancano, perché la serra è aperta da poco e non ha ancora nè acqua corrente e nè elettricità. «Attualmente - conclude Michela - annaffio le piante con il vaso, quindi non è certo il modo più comodo. I prossimi interventi che faremo saranno quelli di posizionare le grondaie e le cisterne per recuperare l'acqua piovana e poi cercheremo di portare l’elettricità, indispensabile per far andare le pompe che in pressione porteranno l'acqua all'impianto di irrigazione».
Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA