(A.F.) Mettere una po' di narrazione di Meneghello, aggiungere un soffio

Venerdì 4 Aprile 2014
(A.F.) Mettere una po' di narrazione di Meneghello, aggiungere un soffio di Zanzotto, quanto basta del recente pulp-cannibale veneto, spizzichi di Parise e Buzzati, due pezzettini di Vitaliano Trevisan e fate shakerare tutto da lui, Michele Tessari, avvocato suo malgrado in quel di San Donà di Piave. Ne uscirà (ma chi vuole può farsi la sua variante socio-letteraria aggiungendo flussi joyciani e gnommeri gaddiani) un libro che si chiama "Cartongesso", scritto ("per sopravvivenza in dieci anni") da Francesco Maino, come il suo personaggio avvocato penalista di San Donà di Piave (Einaudi, p.239, 19,50 euro), che con queste pagine ha vinto il premio Calvino.
Non un romanzo, nemmeno un saggio, nemmeno una prova di stile ma la reinvenzione, anche linguistica del Veneto, del Nordest dei corpi che vivono, camminano, fatturano. Un po' come togliere l'anima e raccontare - anche nel dialetto di San Donà che adora le "z" al posto delle "s" - la realtà di ogni giorno, tra sagre, costezine, affitti in nero, immigrati e quelli della "Tega Nord". Da leggere. Perfino divertente e sublime; anche se è invece come carta vetrata sulla pelle ferita.