Avrebbe violentato la figlia della compagna dall'età di 12 anni.
L'UDIENZA
Ieri mattina però, nel corso dell'udienza che si è tenuta presso il tribunale di Cassino, è salita sul banco dei testimoni una psicologa della scuola che frequentava la ragazza quando era ancora adolescente. La specialista ha riferito che già all'epoca dei fatti la vittima aveva manifestato dei problemi sfociati in seguito nella denuncia. A suo dire la giovane covava un rancore nei confronti della madre che non solo la lasciava quasi sempre da sola, ma che essendo molto vulnerabile si innamorava molto spesso di altre persone altalenando quel rapporto di convivenza con il patrigno. Questa cosa secondo la psicologa la faceva soffrire tantissimo. Ecco perché talvolta, bisognosa di affetto era proprio lei che si rifugiava tra le braccia del patrigno. Insomma a detta della psicologa l'uomo avrebbe approfittato di questo stato di disagio che la giovane stava vivendo. Quest'ultimo, per lungo tempo si era accontentato di rapporti sessuali incompleti. Ma una volta che la ragazza era diventa maggiorenne aveva iniziato una vera e propria storia di sesso.L'avvocato Antonio Ceccani, difensore dell'imputato, che sta puntando a dimostrare che la ragazza fosse consenziente a quei rapporti, ieri mattina le ha chiesto in aula per quale motivo non avesse detto alla madre che non aveva fatto niente per impedirle quella continua sofferenza. A quella domanda però la 25enne non ha saputo rispondere. Si torna in aula il prossimo 11 luglio.