Il questore Condello: «Violenza sulle donne, fenomeno allarmante»

Un caso di "Codice rosso" ogni due giorni. A un anno dall'arrivo a Frosinone, il quadro della situazione in provincia tra prevenzione e l'importanza di denunciare

Sabato 6 Maggio 2023 di Giovanni Del Giaccio e Pierfederico Pernarellanarella
Il questore Domenico Condello

Ad un anno dall'arrivo a Frosinone incontriamo il questore Domenico Condello.
Qual è il bilancio dei primi 12 mesi alla guida della Questura di Frosinone?
«L'anno è andato bene, ma non mi piace fare un discorso autoreferenziale, dovrebbero dirlo i cittadini. I risultati sono fatti da dati e statistiche, in realtà quello che conta è la percezione di sicurezza che è stata trasmessa alla cittadinanza. Non contano solo le grandi operazioni di polizia, ma anche le attività che facciamo sul territorio che consentono di fare sentire la polizia vicino e devo dire che da questo punto di vista il rapporto con il cittadino è stato implementato».
In che modo?
«Sono aumentati i controlli anche grazie all'intervento della Prevenzione crimine di Roma e abbiamo fatto dei grandi pattuglioni a tema nei grandi agglomerati urbani: Frosinone, Sora e Cassino. Servizi speciali che da un lato servono ad aumentare la percezione di sicurezza, dall'altro consentono di acquisire più informazioni sui territori».
Come interpretate l'allarme furti che arriva sopratutto dalla zona sud della provincia?
«È un fenomeno che destabilizza ognuno di noi perché colpisce nel privato. Ma se facciamo un confronto con il periodo precedente alla pandemia, durante il quale c'è stata una drastica flessione dei reati predatori, i dati sono invariati. C'è però da dire una cosa: la gente non denuncia i furti in casa. In un anno in provincia c'è stato circa un migliaio di episodi di questo tipo, numero che non ha riscontro nel numero delle denunce. Se la gente denunciasse noi potremmo avere una casistica più completa».
Perché la gente non denuncia?
«Perché pensa che sia una inutile perdita di tempo. Allora ci sarebbe da ragionare su come velocizzare i tempi per denunciare i furti, come abbiamo fatto per il rilascio dei passaporti con i click-day: ne abbiamo organizzati quattro, ne faremo altre due. In totale avremo rilasciato circa 600 passaporti».
E come è andata invece la gestione dell'ordine pubblico per le partire del Frosinone?
«La tifoseria locale ha dato prova di un grande senso di rispetto delle regole e di grande maturità, non c'è stata una sola partita che abbia registrato comportamenti particolarmente deplorevoli. Anche i festeggiamenti si sono svolti senza feriti o danni. Qualche problema invece lo hanno dato alcune tifoserie ospiti».
A tal proposito, è un problema l'assenza di una strada per l'accesso dei tifosi ospiti?
«La questione è annosa. Siamo ben disposti affinché qualcuno si faccia parte diligente e spinga in tal senso, perché è una proposta che viene anche dal nostro ufficio di Gabinetto. Favorire l'organizzazione dell'arrivo e della partenza dei tifosi non solo è positivo dal punto di vista della sicurezza, ma la realizzazione della nuova strada consentirebbe anche la creazione di numerosi posti auto vicino allo stadio. Siamo ben propensi che la strada si faccia, abbiamo sollecitato l'intervento più volte, ma non è un problema della Questura. Noi siamo abituati a gestire l'ordine pubblico in qualsiasi situazione».
L'attività della Questura è stata caratterizzata da non pochi provvedimenti di chiusura temporanea di locali pubblici?
«Sono stati 18, ma non significa che noi siamo orientati a penalizzare chi fa attività commerciale che è fondamentale, propulsiva, dà lavoro. Quattro casi hanno riguardato l' intossicazione etilica di minori e questo non si può tollerare. Chi vende alcolici ai minori rischia anche la segnalazione del Questore al sindaco per la revoca della licenza. Perché i gestori dei locali non si rivolgono a noi per chiedere consigli su quello che devono fare quando hanno magari gente che spinge sui cancelli per entrare? Non si può fare attività di pubblico spettacolo investendo poco, con una sicurezza quasi nulla, senza un piano parcheggi, senza steward».
Sul Codice Rosso che dati si registrano?
«Il fenomeno è allarmante e noi abbiamo più di altri il polso della situazione per il semplice motivo che l'autorità deputata ad emettere l'ammonimento nei confronti di chi assume comportamenti violenti o minacciosi è il Questore. In un anno 180 casi di Codice rosso sono stati trattati da una sezione apposita della squadra mobile. Abbiamo operatori specializzati per affrontare casi di violenze su minori, donne, persone anziane e tutti gli altri soggetti deboli. Non si scherza con fatti del genere perché possono portare a lesioni o addirittura a morte. Il primo approccio lo fa la Questura. Dedichiamo ai codici rosso un'attenzione totale, abbiamo una green room, una stanza accogliente con una psicologa che riceve le persone che si trovano in difficoltà».
Svolgete anche numerosi incontri nelle scuole?
«Andare nelle scuole, rapportarsi con i ragazzi, rispondere alle loro domande, fa molto di più che arrestare delle persone»
L'allarme sulle infiltrazioni delle mafie è sempre alto, qual è la situazione della provincia?
«Le infiltrazioni ci sono e sono reali e noi ci stiamo lavorando. Non è vero che ci sono solo nella parte sud della provincia. Si tratta di criminalità finanziaria: gestione dei rifiuti, finanza, acquisto di grandi aziende, riciclaggio usura, traffico di stupefacenti. La provincia si trova nella direttrice tra Roma e Napoli: 1470 chili di droga sequestrati, la Stradale ne ha fatti altri 170 chili. Purtroppo ci sono anche sacche di omertà, è evidente».
Giovanni Del Giaccio
Pierfederico Pernarella
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Ultimo aggiornamento: 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA