Era arrivata al Pronto soccorso dell'ospedale "Spaziani" di Frosinone sanguinante, piena di lividi e lamentando dolori ad un fianco.
Sospettando che la paziente non stesse dicendo la verità, hanno fatto scattare la denuncia d'ufficio presso la Questura di Frosinone. A quel punto gli investigatori hanno avviato le indagini. La casalinga, che oltre ad un trauma cranico aveva riportato anche delle fratture alle costole, è stata refertata con una prognosi di venti giorni.
Soltanto quando i poliziotti le hanno assicurato che non aveva nulla da temere e che l'avrebbero tutelata, la paziente, lasciandosi andare ad un pianto liberatorio, ha confessato che a massacrarla di botte era stato il marito, un piccolo imprenditore anche lui cinquantenne. Dopo quella ammissione la donna ha raccontato come un fiume in piena quella vita insieme al coniuge con cui era sposata da oltre venti anni, fatta di vessazioni, di maltrattamenti e di botte. Per amore del loro unico figlio, oggi quindicenne, la donna aveva sopportato ogni genere di sopruso e di angheria. E se non fosse stato per i medici del Pronto soccorso che hanno fatto scattare la denuncia, chissà per quanto tempo ancora avrebbe continuato a sopportare umiliazioni e percosse.
L'uomo, una persona dal carattere aggressivo e violento, considerava la moglie come un oggetto di sua proprietà che doveva sottostare ai suoi voleri. E quando la coniuge provava a ribellarsi erano botte a non finire. A seguito della denuncia presentata dai medici del Pronto soccorso, è stato attivato immediatamente il codice rosso. L'imprenditore è stato colpito da divieto di avvicinamento alla moglie. Oltre a non poterla avvicinare da una distanza di 200 metri, non potrà contattarla telefonicamente o per via telematica.