L'emergenza coronavirus sta mettendo in crisi tutti i settori produttivi del Paese tanto che Fiat Chrysler, per salvaguardare la salute dei propri dipendenti, ha deciso di utilizzare in pieno i provvedimenti previsti dal decreto governativo Cura Italia. E quindi di ricorrere alla cassa integrazione in deroga per 9 settimane, dal 12 marzo al 13 maggio.
La richiesta è stata presentata alla Regione Lazio, competente per lo stabilimento Fca di Cassino. Avvertendo, però, se in questo periodo le condizioni epidemiologiche e di mercato miglioreranno può avvenire la ripresa dell'attività lavorativa, a partire dal 6 aprile, o in altra data da stabilire, con una produzione normale o ridotta a seconda del fabbisogno.
È quanto concordato ieri tra aziende e sindacati, Cgil Fiom, Fim Cisl, Uilm, Fismic e Ugl.
LEGGI ANCHE Bonus, Catalfo chiarisce: non ci sarà
LE ESIGENZE LAVORATIVE
La Fca, da parte sua, precisa che «la Cassa Integrazione è stata chiesta (ma non si conosce ancora l'esito della richiesta) alla luce del decreto Cura Italia. Ed è stata chiesta per tutti i lavoratori (come è prassi) in modo che, a seconda delle esigenze lavorative, si utilizzerà per questo o per quel reparto. Ma una cosa è certa: lo stabilimento non chiuderà affatto, anzi continuerà la produzione, seppur a ranghi ridotti».
I motori sono spenti ma l'azienda precisa che potrebbero essere riaccesi in tutte le officine o in alcune come nel reparto presse dove si lavora anche per la Sevel di Val Di Sangro, il più grande stabilimento europeo per la produzione di furgoni.
I segretari di Fim Cisl Mirko Marsella e di Uilm Francesco Giangrande concordano: «Fabbrica chiusa per cig in deroga ma può riaprire in qualsiasi momento, a seconda dell'andamento del virus. In questo momento ci interessa solo la salute dei lavoratori».
LEGGI ANCHE Piazza Affari positiva con l'Europa
E in una nota i sindacati precisano: «I risvolti economici senza precedenti non sono ad oggi prevedibili, per questo siamo impegnati oltre che al contenimento del diffondersi del virus, anche nell'impedire che i lavoratori subiscano conseguenze occupazionali e salariali. Per queste ragioni in questi giorni abbiamo chiesto e ottenuto la cassa speciale ma sono necessari ulteriori ed efficaci interventi da parte dello Stato e delle autorità europee per sostenere lo sforzo dei lavoratori».
Coronavirus, Guterres (Onu):
Anche tutte le aziende dell'indotto Fca chiederanno la cassa integrazione in deroga per 9 settimane. Tra la fabbrica torinese e l'indotto sono interessati circa 14 mila lavoratori. Alla Skf di Cassino (cuscinetti a sfera) si lavora con meno personale e con produzione ridotta.
INVESTIMENTI SULL'ELETTRICO
Intanto Fca pensa anche al futuro, del dopo coronavirus.
Coronavirus, Fca Cassino e indotto chiedono cassa integrazione: interessati 14mila lavoratori
Venerdì 20 Marzo 2020 di Domenico TortolanoPerciò ha sottoscritto con la Banca Europea degli Investimenti un finanziamento quinquennale da 300 milioni di euro, destinato a sostenere progetti di investimento nel campo della mobilità elettrica per il periodo 2019-2021. In particolare, i nuovi fondi saranno utilizzati per l' installazione di linee di assemblaggio per veicoli elettrici plug-in hybrid nello stabilimento di Melfi, e per la produzione di veicoli elettrici a batteria presso lo stabilimento torinese di Mirafiori. Nel sito produttivo di Cassino nascerà con la motorizzazione ibrida il Suv Levantino Maserati. L'ibridazione è prevista per il Suv Stelvio e l'Alfa Giulia. Le nuove vetture con la nuova motorizzazione sono previste per la fine dell'anno mentre il Suv Maserati nel primo semestre del 2021. Prove ed allestimenti inizieranno dopo l'estate.