Sisma Giappone, allarme centrali nucleari
Tsunami miete vittime, scomparsi 4 treni

Venerdì 11 Marzo 2011
Case in fiamme a Natori (foto Yasushi Kanno, Yomiuri Shimbun - Ap)
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ROMA - Il Giappone stato devastato da una fortissima scossa di terremoto, seguita da gigantesche onde di tsunami. Pi di mille le vittime, centinaia i dispersi. La scossa ha avuto una magnitudo 8.9, è stata registrata alle 6.46 ora italiana (14.46 in Giappone), con epicentro nelle acque del Pacifico, a 24 km di profondità e a 130 km dalla prefettura settentrionale di Miyagi. Il terremoto e il conseguente tsunami sono stati determinati dalla rottura longitudinale di una faglia lunga 400 chilometri, causata dalle spinte contrapposte della placca Pacifica e di quella Euro-Asiatica. E' stata, dice l'Agenzia meteorologica giapponese, la più potente scossa mai registrata nel paese e tra le dieci più potenti degli ultimi 150 anni. Dichiarata l'emergenza per una centrale nucleare, fermi aeroporti, treni e metropolitane, mentre onde alte una decina di metri hanno colpito le coste, con l'acqua che si è spinta anche per cinque chilometri nell'entroterra.

Nella notte si è aperto un altro fronte sul versante occidentale, nella prefettura di Niigata, già colpita nel 2007 da un potente terremoto. La scossa delle 3.59 locali (19,59 di venerdì in Italia) è stata di magnitudo preliminare 6.6, con epicentro a 1.000 metri di profondità. Subito dopo si sono registrate altre scosse: una di magnitudo 6,2, avvertita alle 19,59 ora italiana nella zona Joestu; meno di mezz'ora più tardi una seconda scossa di 5,5 Richter è stata registrata a un'ottantina di chilometri da Tokyo.

A Tokyo, circa 375 chilometri dall'epicentro, gli edifici hanno tremato per diversi minuti e gli abitanti si sono riversati in strada, mentre in un'ampia parte della piana del Kanto, la grande area di Tokyo, circa 4 milioni di abitazioni sono rimaste senza luce. Le scosse hanno colpito la capitale nel pieno della giornata lavorativa, quando la popolazione di circa 13 milioni di persone raddoppia con l'arrivo dei pendolari, che cercano di tornare a casa a piedi. Bloccati gli aeroporti di Narita e Haneda. Treni e metropolitane hanno ripreso a funzionare in piena notte, alle 17,30 circa italiane. Nella capitale l'antenna della Tokyo Tower, simbolo della città e della ricostruzione post-bellica, si è piegata. Ha retto invece la Tokyo Sky Tree, l'antenna tv in costruzione alta più di 600 metri e progettata per resistere a scosse di magnitudo 7.9.

L'istituto geologico americano Usgs ha registrato l'epicentro in mare a 130 chilometri dalle coste del Nord-Est e ad una profondità di 24 chilometri. Circa mezz'ora dopo la scossa devastante, ne è stata registrata un'altra di magnitudo 7.8, alle 15.15 locali (le 7,15 in Italia) al largo della prefettura di Ibaraki, alla profondità di 80 km. Subito gli impianti nucleari hanno bloccato in automatico le attività a seguito delle scosse.

Un allerta tsunami è stato emesso per tutte le coste del Pacifico, comprese quelle dell'Australia e dell'America del sud. I paesi in cui è in vigore un'allerta sono Russia, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia, Figi, Messico, Guatemala, El Salvador, Costa Rica, Nicaragua, Panama, Honduras, Cile, Ecuador, Colombia e Perù. Allerta tsunami revocato per Taiwan, Nuova Zelanda e Filippine.

Morti, feriti e dispersi in tutto il Paese. Il bilancio ufficiale parla di 330 morti e 531 dispersi, mentre i feriti assommano a 627. Secondo la tv Nhk le vittime sono invece molte di più e l'agenzia Kyodo parla di oltre mille morti. Le vittime sarebbero concentrate nella prefettura di Fukushima, a nord di Tokyo.

A Sendai centinaia di vittime. Un'onda di 10 metri ha colpito la città di Sendai, mentre nella prefettura di Aomori, più a nord, sempre nell'isola di Honshu, si sarebbero avute onde più alte. Lo tsunami si è spinto fino a 5 chilometri all'interno della prefettura di Fukushima. A Sendai 60.000-70.000 persone sono state evacuate e ospitate nei rifugi. Circa 300 cadaveri sono stati ritrovati su una spiaggia della città. ll bilancio è stimato in 400 morti, ma i cadaveri lungo le coste fanno temere un bollettino più pesante. L'onda ha letteralmente inghiottito il distretto di Wakabayashi, distruggendo la maggior parte delle circa 1.200 case nella zona. In città sono stati registrati diversi incendi: uno di questi ha fatto esplodere un petrolchimico della JX Nippon Oil di Shiogama, mentre un altro, scoppiato vicino a una scuola media nel quartiere Miyagino, ha costretto circa 600 persone a rifugiarsi sul tetto dell'istituto.

Nave travolta, scomparsi quattro treni. Travolta dall'onda di tsunami una nave con cento persone a bordo, nel nord est del paese, mentre due motovedette della guardia costiera mancano all'appello. Quattro i treni operativi lungo la zona costiera delle prefetture di Miyagi e Iwate sembrano spariti nel nulla dopo lo tsunami. Un treno era vicino la stazione di Nobiru, sulla linea ella compagnia JR East che connette Sendai e Ishinomaki. Un secondo treno scomparso era un convoglio composto da due vagoni.

È ancora sconosciuto il numero di persone a bordo dei convogli della East Japan Railway, operativi sulle linee Ofunato, Senseki e Kesennuma sulla costa del Pacifico. Sempre lo stesso operatore ferroviario ha detto in precedenza che un altro treno sulla linea Senseki ha subito un deragliamento vicino alla stazione Nobiru dopo il terremoto.

Stato d'emergenza in centrale nucleare. Un principio d'incendio nella centrale nucleare di Onagawa, nella prefettura di Miyagi, ha creato allarme subito dopo il sisma. Il governo ha poi dichiarato lo stato di emergenza per la centrale di Fukushima, dal momento che il raffreddamento di uno dei reattori non procedeva come previsto. L'allarme è scattato dopo che la procedura automatica per il raffreddamento dei reattori è stata interrotta a causa di un black-out elettrico. L'interruzione delle operazioni di raffreddamento ha fatto scendere in modo significativo il livello di acqua necessario per tenere sotto controllo i reattori appena spenti, che secondo le ultime rilevazioni è fermo a 3,4 metri sopra il combustibile nucleare, due in meno del necessario. I tecnici hanno fatto arrivare generatori di corrente supplementari, e stanno tentando di riportare la situazione alla normalità. Tremila persone che vivono nel raggio di tre chilometri dalla centrale sono state invitate ad abbandonare le loro case. Secondo il governo non c'è il rischio di fuoriuscite di materiale radioattivo. Il livello d'acqua nel reattore nucleare di Fukushima è sufficiente per coprire e raffreddare le barre del combustibile atomico, ha annunciato la prefettura. Le forze speciali dell'esercito (le Chemical Corps) prenderanno in consegna la centrale.

Nel complesso sono 11 gli impianti nucleari che in automatico si sono arrestati, con la sola Fukushima che ha creato qualche problema. Il primo ministro Naoto Kan ha assicurato che non è stata registrata alcuna fuga radioattiva. Un vasto incendio è scoppiato in una raffineria a Iichihara. Un grande incendio anche nell'impianto petrolchimico di Shiogama, nella prefettura di Miyagi.

Una diga ha ceduto nella prefettura di Fukushima, riversando a valle una gigantesca ondata. La diga di Fujinuma si è spezzata in due, cancellando l'intera città di Sukagawa.

Telefoni in tilt, resiste internet. Subito dopo la scossa le comunicazioni telefoniche, sia da fisso che da cellulare, sono andate in tilt nell'area di Tokyo, dove invece ha resistito l'infrastruttura Internet, tramite la quale la gente ha continuato a scambiarsi informazioni in tempo reale sulla situazione. Anche se a singhiozzo, anche le connessioni dati dei cellulari hanno retto all'urto della situazione eccezionale: in questo modo è partita la "pioggia" continua di messaggi via Twitter dai telefonini e, nei casi più fortunati, anche di chiamate mediante servizi di voce su dati (Voip) come Skype.

Truppe nelle aree colpite. Il premier giapponese Naoto Kan ha subito convocato una riunione d'emergenza, invitando i cittadini a mantenere la calma e a prestare la massima attenzione a tutte le indicazioni che saranno fornite. Il governo ha deciso l'invio immediato delle truppe nelle aree colpite, a cominciare dalla prefettura di Miyagi, il cui governatore ha chiesto «aiuto immediato». Il ministero della Difesa ha inviato 300 aerei e 40 navi, più circa 8.000 uomini delle forze di autodifesa.

«Accettiamo aiuti dall'estero». Il ministro degli Esteri giapponese, Takeaki Matsumoto, ha dato disposizioni alla struttura diplomatica di accettare gli aiuti internazionali.

L'Italia ha già risposto all'appello, insieme con Germania, Francia, Gran Bretagna e Cina. «Siamo vicini al popolo giapponese in questa tragica circostanza e pronti a dare tutta l'assistenza e l'aiuto possibile al governo di Tokyo», ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Filippine. Le autorità filippine hanno ordinato l'evacuazione delle zone costiere sul Pacifico dopo l'allerta tsunami, invitando gli abitanti a raggiungere le zone interne. La prima ondata di tsunami è passata senza danni: un'onda alta solo 10 centimetri ha colpito la provincia nord-orientale di North Maluku.

Isole Curili, evacuati in undicimila. Undicimila cittadini russi sono stati evacuati dalle isole Curili in seguito all'allarme tsunami, anche se la prima ondata ha fatto aumentare il livello dell'acqua solo di 50 centimetri. Sull'isola di Shikotan, nel sud dell'arcipelago, le onde hanno raggiunto i tre metri. In Kamciakta, la penisola dell'estremo oriente russo, l'altezza delle onde è stata di 68 centimetri

Evacuazioni e aeroporti chiusi alle Hawaii, ma niente danni. Dopo avere ordinato l'evacuazione delle aree costiere, le autorità hanno chiuso i principali aeroporti delle tre isole (Maui, Kauai e la grande isola dell'arcipelago). La marina Usa ha ordinato alle navi militari di rimanere in porto a Pearl Harbor, per essere pronte ad intervenire in caso di bisogno. Le onde però non hanno provocato danni di rilievo: solo qualche barca ammaccata per urti contro il molo.

Nelle zone costiere dell'Oregon, del nord della California e dell'Alaska è stato deciso di evacuare le zone più vicine alla costa, a rischio inonadazioni. Nella zona di San Francisco, la polizia ha ordinato a un centinaio di famiglie di lasciare le loro case. Secondo le prime stime le onde non dovrebbero superare il metro d'altezza.

Un morto in California. L'onda anomala ha causato la morte di un uomo e il ferimento di altre tre persone sul molo della cittadina di Crescent City, dove un'ondata alta un metro e mezzo oltre a travolgere il porticciolo e a distruggere alcune barche, ha gettato nell'acqua quattro persone. Tre di loro sono rimaste ferite, una invece non ce l'ha fatta. Le autorità della California hanno lanciato l'allarme tsunami, invitando tutti a stare alla larga dalla costa.

Il presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, ha ordinato l'evacuazione preventina della popolazione nelle località più esposte sulla costa del Pacifico. «Siamo in una situazione di grave emergenza nazionale», ha detto il presidente, precisando di aver ordinato la sospensione delle lezioni nelle scuole e di altre attività nelle località che si affacciano sul Pacifico. Il responsabile dell'Istituto Geofisico di Quito, Pablo Palacios, ha ricordato che nel caso di un impatto dello tsunami nel territorio nazionale, il primo luogo colpito sarebbero le Isole Galapagos, dove l'ondata potrebbe arrivare nel tardo pomeriggio. Le isole si trovano a circa mille chilometri dalla costa dell'Ecuador e hanno una popolazione di circa 16 mila persone.

In Perù le autorità della provincia di Callao, sulla costa a nord di Lima, dove si trova il principale porto del paese, hanno ordinato la chiusura delle scuole. Il Sistema nazionale allerta tsunami di Lima ha fatto sapere che sulle coste del paese potrebbero arrivare «ondate di bassa intensità», senza scartare però che possano essere anche «più considerevoli». «Abbiamo comunque tempo per provvedere con calma all'evacuazione della popolazione», ha reso noto la protezione civile, precisando che per cercare di capire l'impatto che lo tsunami avrà nel paese «sarà importante verificare come l'ondata passerà dalle Hawai».

Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 23:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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