William re soft per evitare l'“opzione nucleare”: cosa può fare e quali sono i precedenti

Il principe del Galles, erede al trono britannico, è tornato sulla scena pubblica per contribuire a colmare il vuoto apertosi nell'istituzione monarchica. Ecco l'escamotage di Buckingham Palace

Giovedì 8 Febbraio 2024 di Alessandro Strabioli
William, un reggenza soft per evitare l'“opzione nucleare”: cosa può fare (e cosa no) il principe e quali sono i precedenti

William, un futuro re faccia a faccia con il suo destino. Il principe del Galles, erede al trono britannico, è tornato sulla scena pubblica per contribuire a colmare il vuoto apertosi nell'istituzione monarchica a causa dei problemi di salute che hanno investito casa Windsor, fino all'annuncio choc del cancro diagnosticato a suo padre, il 75enne re Carlo III.

Ora il regno è nelle sue mani e, secondo alcuni esperti costituzionali, Buckingham Palace starebbe pensando per lui ad una “reggenza soft” per evitare quella che i tabloid definiscono “l’opzione nucleare” (che ha però un precedente).

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Un re «sospeso»

Re Carlo III sta reagendo alla diagnosi «con coraggio», stando a fonti a lui vicine e al coro pressoché unanime dei giornali del Regno. Condizione che non gli sottrae, al momento, le prerogative costituzionali di re e capo dello Stato, simboleggiate dalla prosecuzione delle udienze settimanali del mercoledì con il primo ministro (come confermato dallo staff dell'inquilino in carica di Downing Street, Rishi Sunak), seppure per telefono dalla residenza di campagna di Sandringham dove si è ritirato per affrontare gli effetti del ciclo di terapie oncologiche prescritte dai medici. E che tuttavia lo obbliga a sospendere a tempo indeterminato tutti gli impegni esterni.

 

William re

Agli impegni esterni di Carlo è subentrata l'inseparabile regina Camilla, e a cui concorrono senza risparmio i due fratelli del monarca rimasti «attivi» nella rappresentanza della dinastia (la Firm, come viene chiamata), vale a dire il 60enne principe Edoardo e soprattutto la principessa Anna, infaticabile globe trotter del casato (e tuttora cavallerizza provetta) a 73 anni suonati. Ma che non possono non ricadere in primis, per un fatto d'età e di rango, sul delfino 41enne: tanto più in uno scenario nel quale pronunciare la parola abdicazione non è più blasfemo, almeno in prospettiva; e in cui le incognite sul decorso della malattia di Carlo suggeriscono giocoforza la possibilità che l'avvenire di William da re possa essere più vicino del previsto.

 

I doveri ufficiali

Un orizzonte da affrontare con la massima delicatezza istituzionale per il principe di Galles, costretto a raccogliere la sfida in un momento reso ancor più difficile dalla prolungata convalescenza della consorte Kate: inabile a condividere con lui i doveri ufficiali per la prima volta in 13 anni di matrimonio, poiché a sua volta alle prese con un intoppo di salute serio (per quanto di natura imprecisata), culminato il mese scorso in un'operazione all'addome che l'ha costretta a due settimane di ricovero in ospedale e ora a un periodo di riposo stimato in mesi.

 

Business as usual

La consegna in seno a Buckingham Palace resta comunque quella di dare per quanto possibile un messaggio di 'business as usual' nello svolgimento dei doveri pubblici. Come dimostra l'immagine che William si è sforzato di esprimere, dopo il richiamo in servizio, presiedendo alla cerimonia d'investitura per la consegna di alcune onorificenze nel castello di Windsor; e poi preparandosi ad animare il gala annuale di raccolta fondi della London Air Ambulance, charity patrocinata direttamente dai principi di Galles. Intanto la stampa si aggrappa al sorriso e all'apparente «buona forma» mostrata dal re ieri, nel fuggevole passaggio pubblico del tragitto fra la residenza londinese di Clarence House e quella di Sandringham.

 

Reggenza soft

Ma cosa è la “reggenza soft”? Questa soluzione comporterebbe di fatto una divisione dei poteri e delle mansioni tra il Re, l'erede William ed alcuni i membri della royal family. «Dal punto di vista costituzionale ci sono poche cose che solo il monarca può fare”, ha dichiarato a INews Robert Hazell, professore alla University College London ed esperto in materia. «Ma c’è un ampio raggio di doveri e attività che possono essere svolte dagli altri senior royals per ridurre la pressione sul Re, ciò che effettivamente accadrà ora. Siamo abituati a vedere le sostituzioni dei reali nelle apparizioni pubbliche, l’apertura di scuole oppure ospedali. Ma ci sono molti altri doveri in cui i [reali] possono intervenire, come cerimonie d’investitura, udienze con ambasciatori stranieri o ambasciatori britannici».

Opzione nucleare

L’“opzione nucleare”, invece, in questa scala crescente di procedure costituzionali è una reggenza formale – la sostituzione funzionale del Sovrano da parte del suo erede come “reggente” nel caso in cui diventi permanentemente incapace a causa di “infermità del corpo o della mente”, o quando un minore sale al trono. Per ora, non ci sono elementi che possano rendere necessaria una mossa così estrema.

 

I precedenti

Le circostanze che hanno portato ad una soluzione più drastica si sono verificate nel diciannovesimo secolo , quando Giorgio, Principe di Galles, governò durante la malattia mentale di suo padre, Giorgio III. Le direttive e le diverse mansioni svolte dal "reggente" sono ora delineati con precisione in un atto legislativo: il Regency Act del 1937. La legge si rese necessaria dopo che Giorgio VI sostituì il fratello che aveva abdicato un anno prima e lasciò l'allora futura regina Elisabetta come erede presunta all'età di soli dieci anni.

Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 08:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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