Libia, catturato Abu Nassim, il reclutatore di jihadisti in Italia

Giovedì 18 Agosto 2016
Abu Nassim
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Abu Nassim, ovvero Moez Al-Fezzani, esponente di spicco dell’Isis, il terrorista più ricercato in Tunisia e ritenuto dai servizi italiani un reclutatore di jihadisti nel nostro paese, è stato catturato dalle truppe libiche di Zintan nei pressi della città Riqdalin in LIbia. A riferirlo è il quotidiano online Libya Herald.

Già arrestato dagli americani, processato a Milano, assolto, espulso e tornato in Libia, sarebbe in collegamento anche con il gruppo che ha rapito i tecnici della Bonatti. Abu Nassim, secondo il Libya Herald, stava scappando da Sirte e cercava di raggiungere la Tunisia. Abu Nassim sarebbe stato catturato assieme ad altri 20 esponenti dell'Isis in una località tra le città di Rigdaleen e di Al-JMail, nell'ovest del paese alcuni giorni fa, ma la notizia si è saputa solo oggi.

È considerato il terrorista più ricercato dalle autorità tunisine, secondo le quali, scrive il Libya Herald, è lui il responsabile dell'incursione Isis, nel marzo scorso, nella città tunisina di Ben Guerdane. Attacco che lasciò dietro di sé 58 morti negli scontri con l'esercito. Nato nel '69, Fezzani avrebbe aderito ad Ansar Al Sharia, per poi raggiungere la Libia e prendere il comando del quartier generale dell'Isis a Sabratha. Dopo il bombardamento Usa dello scorso febbraio sulla città, scrive il Libya Herald, aveva continuato a guidare il suo gruppo prima a Bengasi e poi a Sirte, dove è rimasto fino a pochi giorni fa. La Tunisia, al momento, non ha commentato l'arresto.


Per la giustizia italiana Nissam è un latitante perché a suo carico è stato emesso tempo fa un ordine di esecuzione pena, con conseguente mandato di arresto, a seguito di una condanna definitiva a 6 anni di carcere.

Nel frattempo, tuttavia, inquirenti e investigatori stanno verificando se, come riporta il sito Libya Herald, Fezzani sia stato effettivamente arrestato da forze libiche nel Paese mediorientale. La condanna definitiva per Fezzani (era stato assolto in primo grado nel 2012 e espulso dall'Italia) è relativa all'inchiesta portata avanti dal pm di Milano Elio Ramondini: Fezzani avrebbe fatto parte, tra il '97 e il 2001, di una cellula legata al Gruppo salafita per la predicazione e il combattimentò con base a Milano e che reclutava martiri da inviare nei Paesi in guerra. Dopo 7 anni nella base americana di Bagram in Afghanistan (Fezzani parlò di torture) venne consegnato all'Italia, assieme ad altri due, nel 2009.

Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 09:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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