Putin è il primo vincitore della guerra tra Israele e Hamas? La (preoccupante) rete con l'Iran con la Cina alla finestra

Dopo il silenzio dei primi giorni, il leader russo accusa gli Stati Uniti per lo scoppio della guerra nella striscia di Gaza

Venerdì 13 Ottobre 2023 di Mario Landi
Israele Hamas, Putin esce dal pantano dell'Ucraina, la Cina resta alla finestra, Stati Uniti presi in contropiede

Putin è finora l'unico vincitore della più pesante crisi mediorientale tra Israele e palestinesi: nell'incertezza assoluta dello scenario scatenato sabato dall'offensiva di Hamas e dalla seguente durissima reazione di Tel Aviv, aveva fatto notizia il silenzio del leader russo impantanato nell'operazione speciale in Ucraina.

Poi, dopo sei giorni, le prime dichiarazioni che non fanno espliciti riferimenti agli interessi russi nell'area, enormi e assai più pesanti di quella della Cina, l'altra grande potenza che resta ancora in silenzio.

 

Nessun riferimento esplicito anche al ruolo strategico dello storico alleato Iran, sospettato di armare Hamas, ma frasi con cui l'aggressore dell'Ucraina sale in cattedra per proporsi anche come mediatore e per ricordare le responsabilità di Israele e degli Stati Uniti.

 

Dall'Ucraina alla Striscia di Gaza

Putin da sabato ha incassato l'attenuazione dell'attenzione americana dal fronte ucraino, con il presidente Biden che ha già mosso sulla plancia del risiko del Mediterraneo orientale una colossale pedina come la portaerei nucleare "Ford". Da Washington è arrivata inoltre la promessa a Tel Aviv di forniture d'armi, non proprio una novità perché l'interscambio bellico fra Israele e Usa è da sempre ingente.

Poi il presidente russo Vladimir Putin è salito oggi in cattedra affermando che «per molti anni la linea unilaterale degli americani ha portato la situazione» in Medio Oriente «sempre più in un vicolo cieco» e che «non è stato utilizzato il quartetto di mediatori internazionali» formato da Nazioni Unite, Usa, Russia e Ue, riporta la Tass.

 

Il cessate il fuoco

«La cosa più importante» in questo momento in Medio Oriente è un «immediato cessate il fuoco e la stabilizzazione della situazione sul terreno», ha continuato il leader russo intervenendo al vertice dei Paesi della Comunità degli Stati indipendenti a Bishkek, in Kirghizistan. Putin ha ribadito che per la Russia la fine del conflitto israelo-palestinese è possibile solo con l'applicazione della soluzione dei Due Stati sancita dall'Onu, e per favorire i negoziati Mosca «è pronta a coordinarsi con tutti i partner dalla mentalità costruttiva». Ovvero che «Israele ha il diritto di difendersi e a garanzia sulla sua esistenza pacifica», anche se sottolinea la necessità di creare una Palestina indipendente.

«L'obiettivo dei negoziati deve essere l'attuazione della formula dei due Stati delle Nazioni Unite che implica la creazione di uno Stato Palestinese con Gerusalemme est come capitale che coesiste in pace e sicurezza con Israele che ha subito un attacco di incredibile brutalità», ha affermato Putin. «È cruciale lavorare per risolvere queste questioni con modalità pacifiche», ha sottolineato. Un'offensiva di terra israeliana nella Striscia di Gaza porterà a perdite civili «inaccettabili», ha detto infine Putin.

Insomma, solidarietà formare con Israele, ma soddisfazione nel constatare i frutti del lungo appoggio all'Iran, “Arsenale del Male ”. 

L'appoggio di Mosca all'Iran 

L'ennesimo successo per la Russia, come riporta anche il sito del quotidiano americano The Hill, accusata di aver 

alimentato tensioni nel Sahel, nel Mar Nero, nel Medio Oriente, nei Balcani e negli Stati baltici, anche schierando sul campo i mercenari della Wagner. "Successi" di Mosca anche in Cecenia e Siria, Niger e Sudan, Georgia e Moldavia fino all'anno scorso quando però la Russia si è bloccata in Ucraina registrando storici fallimenti. 

A Putin serviva e serve distogliere l'attenzione dalla campagna ucraina ed ecco  l'attacco di Hamas a Istraele dietro al quale, data la sua complessità, vi sarebbe l'Iran, stretto alelato di Mosca.

Sia per il  Washington Post  sia per il Wall Street Journal,   Hamas «ha iniziato a pianificare l’assalto almeno un anno fa, con il sostegno chiave degli alleati iraniani che hanno fornito addestramento militare e aiuto logistico, nonché decine di milioni di dollari per le armi».

In altre parole, continua The Hill,  Putin ha tratto vantaggio dall’aver fatto leva su Hamas per incitare al terrore e generare una risposta israeliana per distrarre il governo degli Stati Uniti dal sostenere l’Ucraina, e ha utilizzato l’Iran per raggiungere il suo scopo.

I leader di Hamas a Mosca

Una concatenazioni di eventi che comprende anche la visita dei leader di Hamas a Mosca  nel marzo scorso in cui è stata confermata "la posizione immutata della Russia a sostegno di una giusta soluzione al problema palestinese". E appena un mese fa il capo del politburo di Hamas,  Ismail Haniyeh, era a Mosca.

Dalla stessa Ucraina arrivano accuse per Mosca: secondo il Centro ucraino di resistenza nazionale, i mercenerai della Wagner che hanno lasciato la Bielorussia avrebbero partecipato all’addestramento  dei militanti di Hamas sulle “tattiche d’assalto e sull’uso di piccoli veicoli aerei senza pilota per sganciare ordigni esplosivi su veicoli e altri obiettivi". 

Doppio fronte per gli Stati Uniti

Di prammatica l'intervento della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che ha rivolto a Palestina e Israele un appello "per un cessate il fuoco immediato  e per stabilire, con l’assistenza della comunità internazionale, un negoziato per una pace globale, duratura e attesa da tempo in Medio Oriente”.

Adesso la Casa Bianca dovrà trovare il modo di sostenere sia l'Ucraina sia lsraele. Putin respira dopo mesi di apnea e Pechino resta alla finestra mentre gli altri protagonisti di una crisi internazionale potrebbero di nuovo agire in suo favore.

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 20:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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