Il 99 per cento dei circa 300 proiettili lanciati dall'Iran contro Israele durante la notte è stato intercettato dalle difese aeree.
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Tricarico: «Cieli impenetrabili»
«Israele potrebbe a questo punto chiudere in bellezza con la dimostrazione a tutto il mondo e agli esperti che i suoi cieli sono impenetrabili e chiunque si avventuri tentando di attaccare non potrà avere alcuna speranza di successo. Se è vero che hanno lanciato missili di ogni tipo, a traiettoria balistica o guidati, e razzi nelle quantità dette, evidentemente il sistema non si è nemmeno saturato, quindi ora Israele potrebbe ancora una volta uscire a testa alta e superare il conflitto accettando quello che Hamas ha sempre chiesto, una cessazione definitiva delle ostilità con le quali poi restituirebbe i cittadini israeliani rapiti». È l'analisi che fa all'Adnkronos il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica e attuale presidente della fondazione Icsa, all'indomani dell'attacco a Israele da parte di Iran.
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Il negoziato
«Questo è un auspicio di chi deve mostrare saggezza: su questo si dovrebbe concentrarsi ancora una volta la diplomazia internazionale. È da augurarsi che da un evento di guerra così aspro e duro non possano scaturire le soluzioni per avviare un negoziato serio e definitivo. È ora che anche Israele metta in campo buonsenso: se insiste su questa linea, perderà la guerra strategica mentre la tattica sarà una vittoria di Pirro».
La posizione dell'Italia
Riguardo alla posizione del nostro Paese e agli eventuali pericoli, il generale Tricarico spiega: «L'Italia sta integrando una missione dell'Onu che ormai non ha più senso, perché se quelle forze italiane erano sulla linea di contatto tra Libano e Israele per prevenire attività proprio di questo tipo, il senso è certamente molto ridotto. Evidentemente, se non c'è un segnale di allarme che possa portare al ritiro delle nostre forze, si è fatta la valutazione che il rischio non sia così alto».