Estonia e Finlandia: «Stop ai visti turistici ai cittadini russi». Mosca: «Nazisti»

Giovedì 11 Agosto 2022 di Gianluca Cordella
Estonia e Finlandia: «Stop ai visti turistici ai cittadini russi». Mosca: «Nazisti»
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Si stringe sempre più il cerchio delle sanzioni internazionali intorno alla Russia e ai propri cittadini. L’ultimo appello, in ordine di tempo, arriva dalla Finlandia e dall’Estonia, entrambe confinanti con le terre di Putin: i due Stati, per bocca delle rispettive premier Sanna Marin e Kaja Kallas, hanno chiesto a Bruxelles di bloccare i visti d’ingresso ai cittadini russi nei Paesi dell’Ue come ulteriore misura punitiva per l'aggressione in Ucraina. Il motivo è molto semplice da spiegare: la prima ondata delle sanzioni internazionali prevedeva il blocco dei voli dalla Russia verso gli altri Stati europei. E anche la circolazione su rotaia era stata bloccata con l’ultimo treno San Pietroburgo-Helsinki che ha percorso la tratta a marzo. Ma non è stata bloccata la circolazione su strada. Il che permette ai cittadini russi di raggiungere in auto l’aeroporto più vicino per poi imbarcarsi verso qualsiasi destinazione europea. Questo è proprio il caso denunciato dalla Marin, che ha spiegato come sia stata rilevata una vivace attività di noleggio auto tra San Pietroburgo - seconda città più grande della Russia - e gli aeroporti di Helsinki e Lappeenranta, nel sud-est del Paese.

In linea d’aria un viaggio di 300 chilometri circa - abbastanza sostenibile, dunque - per poter raggiungere una scalo come quello della capitale finnica da cui ogni giorno partono voli praticamente verso tutte le città più importanti del Vecchio continente.

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Per questo le premier dei due Paesi - allineandosi con quanto già fatto dalla Lettonia - hanno chiesto a Bruxelles la stretta sui visti d’ingresso per evitare che le sanzioni possano essere aggirate. Ha cominciato proprio il capo del governo di Helsinki, in un’intervista televisiva. «Non è giusto che mentre la Russia sta compiendo una brutale aggressione in Europa, i russi possano vivere una vita normale, viaggiare in Europa, essere turisti», ha detto la Marin. Che a stretto giro di posta ha trovato la sponda della “dirimpettaia” Kallas, che ha affidato il suo pensiero a Twitter. «Visitare l'Europa è un privilegio, non un diritto umano», ha sottolineato, ribadendo come sia «tempo di porre fine al turismo dalla Russia, subito».

Una posizione subito bollata come «nazista» dall'ex presidente russo Dmitry Medvedev, ma che non ha impedito al ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto di annunciare che il suo Paese limiterà il numero di visti turistici rilasciati ai russi, sperando che «l'Ue prenda una posizione comune sulla questione». Ue che dal canto suo, per ora, non ha commentato la proposta, limitandosi a sottolineare come la concessione dei visti d’ingresso sia questione di competenza dei singolo Paesi. Tuttavia - secondo quanto rivelato dal Ruslan Stefanchuk, presidente del Parlamento ucraino - il punto sarebbe all’ordine del giorno dell’incontro previsto a Praga alla fine del mese.

La reazione di Mosca

La reazione della Russia non poteva che essere dura, specie considerando che la proposta di limitare i visti era stata caldeggiata nei giorni scorsi proprio dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista al Washington Post. «Qualunque siano le loro opinioni politiche - aveva detto Zelensky - i russi devono vivere nel loro mondo finché non cambiano la loro filosofia».

Il presidente ucraino Zelensky con la premier finlandese Sanna Marin

«Qualsiasi tentativo di isolare i russi o la Russia non ha alcuna possibilità di successo - ha replicato alla proposta di Estonia e Finlandia il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov - L'irrazionalità di tale ragionamento va oltre ogni limite e può solo provocare una reazione negativa», la minaccia finale.

Ultimo aggiornamento: 14:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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