Il cambiamento climatico e l’allarme siccità colpiscono anche il Canale di Panama e i rischi sono enormi: il numero di navi che possono attraversarlo ogni giorno potrebbe ridursi in modo drastico e c’è già stata una diminuzione forzata dei transiti.
L'allarme
Per la prima volta, quest’anno le autorità hanno ridotto il numero di imbarcazioni in transito da 40 - l’apice raggiunto nel 2022 - a 31 al giorno. La media quotidiana è sempre stata di circa 36. Ma non è finita: da questo mese le traversate sono state limitate a 25 prenotazioni giornaliere e verranno gradualmente ridotte, fino a raggiungere le 18 prenotazioni al giorno dal febbraio del 2024. Restrizioni che potrebbero comportare danni economici per circa 200 milioni di dollari, anche perché gli effetti delle nuove direttive si faranno sentire particolarmente nel periodo dello shopping natalizio: potrebbero esserci notevoli ritardi nelle reti di approvvigionamento.
Il problema è che il livello di acqua continua a scendere: il mese di ottobre è stato il più secco nella regione dal 1959. A pesare, in parte, il fenomeno El Niño, l’oscillazione climatica che riscalda l’Oceano Pacifico e influenza la temperatura e le precipitazioni in tutto il mondo. Quest’anno la situazione sembra essere particolarmente drammatica. Per l’economia del paese centroamericano i rischi sono elevati: in larga parte si basa sugli oltre 4,6 miliardi di dollari di entrate annuali che derivano dai transiti nel Canale. Ilya Espino, sub-amministratore del Canale, ha dichiarato all’AFP che «si prospetta un periodo di un anno di accesso limitato», a meno che inizino forti piogge. Il funzionamento della struttura, infatti, si basa principalmente sull’acqua piovana raccolta nel lago Gatu’n e che alimenta il sistema di chiuse. Senza acqua sufficiente, il Canale non può funzionare.