Tredicesime detassate anche per i pensionati. Ma non solo, anche aliquota agevolata al 10% per gli incrementi contrattuali (massimo 500 euro l’anno) in una sorta di mini flat tax incrementale per i dipendenti. E poi la deduzione per le spese per smart working, spostamenti da casa a lavoro e formazione, oltre alla messa a regime del prelievo leggero sui premi di produttività. Sono i contenuti dell’ultima bozza elaborata dalla commissione e anticipata dal Sole 24 ore.
Cosa cambia e da quando
"Nelle bozze della commissione si propone, per ragioni di equità orizzontale, di agevolare la tassazione delle tredicesime sia dei dipendenti che dei pensionati, in entrambi i casi con un tetto di 35mila euro lordi annui; ma le difficoltà dei conti pubblici stanno già mettendo in affanno l’idea, circolata nelle scorse settimane, di anticipare la detassazione alle tredicesime da quest’anno".
Le simulazioni
Con un reddito annuale di 15mila euro l'Irpef scenderebbe da 230 a 150 euro, con un risparmio netto di 80 euro. Il lavoratore che invece guadagna 20mila euro ne risparmierebbe 160 (passando da 400 a 240 euro di Irpef dovuta). E a salire: chi ne prende 25mila avrebbe un beneficio da 200 euro, chi ne guadagna 30mila ne risparmierebbe 480 e chi è sulla soglia dei 35mila circa 560.
Se poi questo bonus fosse esteso oltre il range di reddito dei 35mila euro l'aumento crescerebbe esponenzialmente. Ad esempio con uno stipendio annuo di 80mila euro si potrebbe avere un guadagno extra a fine anno di 1792 euro netti. Ma i soldi per arrivare a queste cifre, con un'operazione che molti in maggioranza riterrebbero comunque iniqua, al momento non ci sono. Secondo Confesercenti «la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime è la via maestra da seguire per dare un impulso determinante alla domanda interna».
Il bonus
Nelle mani del viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ci sono varie ipotesi. Si ragiona su un taglio dell'Irpef che grava sulle tredicesime, forse portando l'aliquota al 15%. Oggi a seconda del reddito è al 23%, oppure a salire al 25%, 35% o 43%.
Non è chiaro se questo intervento sarà strutturale: dal 2023 in poi. In ogni caso ci potrebbe essere una detassazione uniforme per i lavoratori con redditi medio-bassi, forse con una soglia di reddito di 35mila euro l'anno. Altrimenti si potrebbero in considerazione redditi anche di poco superiori a questa soglia, ma con benefici non ridotti per coloro al di sotto.
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