Il governo si prepara ad allentare la stretta sulla cessione dei crediti derivanti dai bonus edilizi.
Ma come si farà a fare in modo che le frodi, che hanno già superato i 4 miliardi di euro, cessino? L’ipotesi principale sul tavolo del governo, è quella di fornire di un “bollino” i crediti. Il primo cessionario che sconterà le fatture, dovrà raccogliere tutta la documentazione sottostante al credito e, dunque, verificare se le carte per il beneficio fiscale del bonus sono in regola. Se lo sono, il credito potrà essere “caricato” nel cassetto fiscale e l’Agenzia delle Entrate assegnerebbe un codice che rimarrebbe agganciato al credito ad ogni successiva cessione. Grazie al codice ogni successivo acquirente del credito, avrebbe la possibilità di verificarne l’origine. Questa soluzione di dare una sorta di marchio Doc ai crediti, è stata avanzata dal Centro studi Eutekne. L’altra soluzione sul tavolo è quella di permettere la circolazione dei crediti solo tra le istituzioni vigilate dalla Banca d’Italia e tra le loro articolazioni.
Ma c’è anche un altro punto su cui alcune forze politiche, soprattutto il Movimento Cinque Stelle, spingono. Riattivare i canali delle Poste e della Cassa depositi e prestiti, che da alcuni giorni hanno chiuso le operazioni di sconto dei bonus edilizi. Soprattutto quello delle Poste che, fino ad oggi era stato il maggior operatore sul mercato della cessione dei crediti. La sospensione della piattaforma di sconto dei crediti di Poste è stata congelata non solo per le incertezze legate alle norme anti-frodi, ma soprattutto a causa del sequestro da parte della magistratura dei crediti verso lo Stato scontati a società e persone coinvolte nei casi di truffa. Ad oggi sarebbero stati sequestrati (non solo a Poste, ma nel complesso), già due miliardi di euro di crediti. E ci sono cinque milioni di richiedenti che hanno scontato fatture per 35 miliardi. Altri casi di truffa e altri sequestri, insomma, emergeranno. Il mercato dei crediti è diventato troppo rischioso.
IL PRESSING
«La Cassa depositi e prestiti e le Poste devono riaprire le piattaforme di cessione dei crediti», dice Riccardo Fraccaro, padre del Superbonus durante il governo Conte, «e per farlo è necessario specificare meglio le norme sulle responsabilità». Nel decreto dunque, potrebbe essere inserito un comma che chiarisca meglio che la responsabilità dei cessionari vale solo in caso di concorso nella truffa. Un modo per tutelare chi ha acquistato in buona fede. C’è poi l’ipotesi che le annualità dei crediti sequestrati possano essere recuperate successivamente dagli intermediari. Non saranno comunque norme facili da scrivere, anche perché i magistrati, in alcuni casi, hanno sequestrato i crediti verso lo Stato in quanto «corpo del reato». Intanto il presidente della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, Sestino Giacomoni, ha annunciato che a breve, saranno ascoltati in audizione i vertici di Cdp e di Poste proprio sulla vicenda inerente il super bonus del 110 per cento.