Superbonus 90% per villette e ristrutturazioni nel 2024, lo sconto per redditi fino a 15mila euro

Tutte e due le novità fanno parte del nuovo capitolo del Piano nazionale di ripresa e resilienza che attinge anche dai fondi del piano europeo RepowerEu

Martedì 8 Agosto 2023 di Giacomo Andreoli
Superbonus 90% per villette e ristrutturazioni nel 2024, lo sconto per redditi fino a 15mila euro

Un Superbonus che probabilmente rimane al 90% (e non sale al 100% come era stato ipotizzato nelle scorse settimane) per i redditi bassi, assieme a un piano per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici.

Se arriverà l’ok della Commissione europea al piano di rimodulazione del Pnrr presentata l’altro ieri dal governo, i nuovi incentivi per i lavori in casa, così come i primi cantieri per le strutture della Pubblica amministrazione dovrebbero partire dal 2024.

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I FONDI A DISPOSIZIONE
 

Tutte e due le novità fanno parte del nuovo capitolo del Piano nazionale di ripresa e resilienza che attinge anche dai fondi del piano europeo RepowerEu, per 2,76 miliardi. I soldi, però, in questo caso arrivano dalla liberazione di risorse grazie allo spostamento di alcuni progetti dal Pnrr ai fondi europei di coesione. Per il nuovo Superbonus ci sono 4 miliardi: 2 il prossimo anno e altri due nel 2025. La misura sarà più selettiva rispetto al passato, con un incentivo destinato solo a famiglie a rischio di povertà energetica e ai giovani. Dunque saranno messi dei limiti di reddito e di età. L’ipotesi più probabile è che si replichi il meccanismo già usato per tagliare il Superbonus sulle villette, solo per le persone con reddito fino a 15 mila euro, aumentabile in base ai componenti del nucleo familiare. 
 

Anche la percentuale del bonus sarà rivista. Attualmente è del 90, ma il prossimo anno scenderebbe al 70. Per chi ha redditi bassi rimarrebbe al 90% dell’investimento (mai più, in ogni caso, al 110%). E per questi ultimi dovrebbe tornare in ogni caso anche lo sconto in fattura. L’intervento potrebbe far partire tra i quindicimila e i ventimila interventi di ristrutturazione in più. Quanto ai cantieri sugli edifici pubblici, sempre dalla rimodulazione del Pnrr dovrebbero arrivare 3,6 miliardi. Entro il 2026 dovranno essere ristrutturate strutture della Pubblica amministrazione, centri sportivi, di edilizia residenziale pubblica, luoghi della cultura, ospedali, caserme, scuole/università, edifici di culto e caserme. Si potrà intervenire anche sui grandi condomini nelle case popolari che rientrano nell’elenco dell’Iacp (Istituti autonomi case popolari).
 

I primi interventi saranno individuati con un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, assieme alle amministrazioni centrali. Il provvedimento stabilirà quali sono i soggetti attuatori.
 

RIDURRE GLI INCENTIVI DANNOSI
 

Intanto il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin accelera sulla riduzione degli incentivi ai combustibili fossili, la cui riforma sarà legata al nuovo Pnrr, come anticipato da Il Messaggero. Ieri l’incontro al ministero con gli attivisti di Ultima Generazione. L’apertura al dialogo c’è, avvicinandosi in parte alla proposta di legge che hanno presentato gli ambientalisti proprio per l’eliminazione immediata degli incentivi alle fonti ambientali dannose. La promessa, se gli attivisti smetteranno di imbrattare gli edifici pubblici, è di riparlare di questi e altri interventi green a ottobre, quando si capirà quali fondi ci sono a disposizione per la prossima legge di Bilancio. La strada per ora è segnata: entro il 2030 riduzione progressiva degli incentivi a seconda dell’impatto ambientale e del rapporto costi/benefici in termini di sicurezza energetica. Dopo il carbone, quindi, interventi sugli incentivi “inefficienti” sul petrolio e solo da ultimo, forse, sul gas. Ma si possono anticipare i tempi, sempre in coordinamento con la Commissione Ue.

Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 12:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA