Superbonus 110, arrivano i controlli dell'Agenzia delle entrate: condomini e proroga, cosa c'è da sapere

Lunedì 17 Aprile 2023 di Stefania Piras
Superbonus 110, arrivano le lettere dell'Agenzia delle entrate: condomini e proroga, cosa c'è da sapere

In quali casi l’Agenzia delle Entrate può contestare i lavori legati al Superbonus 110%? Tra i reati tributari che si configurano c'è l'abuso di diritto. Per questo stanno partendo le lettere dall'Agenzia delle Entrate dirette a chi per esempio ha avviato un cantiere in un condominio fasullo (dove non ci sono parti comuni, impianti comuni agibili)  solo per avere i soldi del 110%. Le lettere sono frutto di controlli automatici e incrociati dell'Agenzia dell'Entrate.

E poi c'è una recente sentenza della Corte di Giustizia tributaria di Trieste che conferma che non si può creare un condominio solo per accedere alle agevolazioni. Vediamo perché. 

 

Superbonus, quando si accende il faro dell'Agenzia delle Entrate?

Quali sono i profili di rischio? L'Agenzia delle Entrate verifica:

- la coerenza e regolarità dei dati indicati nelle comunicazioni e nelle opzioni con quelli presenti nell’Anagrafe tributaria o comunque in possesso dell’Amministrazione finanziaria

- i dati sui crediti oggetto di cessione e sui soggetti che intervengono nelle operazioni

- analoghe cessioni effettuate in precedenza dai soggetti indicati nelle comunicazioni e nelle opzioni

Se dopo i controlli preventivi questi rischi risultano confermati, la comunicazione si considera non effettuata, e l’esito del controllo viene comunicato al soggetto che ha trasmesso la comunicazione. Se, invece, i rischi non risultano confermati o è trascorso il periodo massimo di sospensione degli effetti della comunicazione, questa produce i suoi effetti regolarmente.

 

Superbonus 110%, focus sul condominio

L’Agenzia delle Entrate vuole approfondire quelle operazioni messe in piedi solo per ottenere le agevolazioni previste dal governo. Operazioni che configurano appunto un abuso di diritto. Come i frazionamenti, gli immobili ceduti ai parenti dell'amministratore unico di una società. Ci sono infatti condomini creati ad arte, creati poco prima della richiesta del Superbonus. Questi "nuovi condomini" saranno analizzati molto attentamente e le cessioni dei crediti saranno bloccate. Questo fenomeno illegale è stato recentemente confermato in una sentenza della Corte di giustizia tributaria di Trieste (11 aprile 2023)

Superbonus e condominio, cosa ha detto la sentenza di Trieste

Se il condominio è fasullo il Superbonus non deve essere erogato. La Corte di Giustizia tributaria di Trieste conferma l'interpretazione dell'Agenzia delle Entrate. Nel caso specifico una società aveva acquistato un immobile composto da nove appartamenti. Gli immobili erano stati poi ceduti a madre, moglie e suocera dell’amministratore unico della società. Ma l'effettivo acquirente era la società, contesta la Corte di Giustizia triestina. 

Perché ha intestato le unità ai parenti? Lo ha fatto per «costituire un formale ma fasullo condominio e quindi, in ultima analisi, costituire un escamotage per aggirare il divieto, previsto dalla legge agevolativa, di riconoscere il beneficio all'impresa appaltatrice nel caso di acquisto diretto dell'immobile e sua successiva ristrutturazione», si legge nella sentenza.

Superbonus e condomini fasulli, la sentenza: «Non si può ristrutturare a totale spese dello Stato»

«Risulta inequivocabilmente che l'impresa acquirente ed appaltatrice dei lavori, con le varie cessioni e compravendite ha avuto il solo scopo di simulare la costituzione di un condominio in modo da poter accedere non solo al "superbonus 110%" ma, utilizzando la modalità di cessione del credito, realizzare la completa ristrutturazione di un immobile, acquistato in stato fatiscente ed inagibile, a totale spese dello Stato», recita ancora la sentenza della Corte di Giustizia tributaria di Trieste. «Appare di solare evidenza che il legislatore ha concesso il beneficio fiscale in questione ai condomini ma sul presupposto della loro reale esistenza e che quindi fossero esistenti, al momento dell'accesso al beneficio, parti comuni, impianti comuni, che lo stesso fosse utilizzato almeno da una parte dei condomini e che quindi fosse agibile; mentre, nel caso di specie, l'immobile in questione, anche alla data odierna, è edificio disabitato e in pessime condizioni, in via di ristrutturazione», scrivono ancora i giudici.

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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