Stipendi statali, aumenti e arretrati per i medici: a febbraio assegno da oltre 10mila euro. Docenti, ok al contratto

Mercoledì 17 Gennaio 2024 di Andrea Bassi
Stipendi statali, aumenti e arretrati per i medici: a febbraio assegno da oltre 10mila euro. Docenti, ok al contratto

Anche l’ultima verifica, quella della Corte dei Conti, è filata via senza particolari osservazioni. Così, finalmente, i medici potranno firmare l’atteso rinnovo del contratto. La sigla dell’intesa tra i rappresentanti dei camici bianchi e il Presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ci sarà martedì prossimo.

Poi già dal mese di febbraio, i medici potranno ricevere aumenti medi mensili di 289 euro, e arretrati di oltre 10 mila euro.

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Medici, l'accordo sugli arretrati

L’accordo in questione è quello che copre il triennio che va dal 2019 al 2021. Quello della dirigenza medica è stato uno degli ultimi comparti a chiudere i negoziati per il rinnovo del contratto. Ma per la stagione contrattuale 2022-2024, quella che si aprirà nelle prossime settimane, il consueto ordine delle trattative sarà rivisto. Normalmente si parte dai ministeriali, il cui accordo fa poi da base per tutti gli altri. Questa volta il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha deciso di cambiare le priorità. Si partirà dai comparti più in sofferenza, come quello della Sanità (a cominciare dagli infermieri) e quello della Sicurezza e Difesa. Anche i dipendenti comunali e regionali scavalcheranno i ministeri e le Agenzie fiscali. Un modo per risarcirli della mancata corresponsione, per mancanza di fondi da parte dei Comuni, dell’aumento una tantum erogato a dicembre a tutti gli altri dipendenti pubblici.

I docenti

E dunque in coda, oltre ai ministeriali, dovrebbero slittare anche i professori con tutto il comparto scuola. Quegli stessi docenti che oggi vedranno la firma definitiva del contratto di lavoro del 2019-2021 al pari dei medici. Ma a differenza dei camici bianchi, i prof hanno già ricevuto quasi tutti gli aumenti oltre un anno fa, alla fine del 2022, quando il governo ha deciso di “anticipare” la parte economica del contratto lasciando in sospeso soltanto quella normativa. 


In realtà, rispetto ai 100 euro medi di aumento già ricevuto dai docenti, ci sarà un piccolo ritocco verso l’alto grazie allo stanziamento aggiuntivo di 300 milioni di euro ottenuti dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara. Una somma che farà salire lo stipendio medio di tutti i dipendenti del comparto scuola di circa 119 euro: 124 per i professori, 97 per il personale Ata e 190 euro per i direttori amministrativi.

Rinnovo statali

Chiusa con la scuola e i medici la vecchia tornata contrattuale, adesso tutto il mondo degli statali guarda al rinnovo del triennio in corso. Come noto il governo ha stanziato circa 8 miliardi di euro con l’ultima manovra di Bilancio, 2,3 dei quali destinati al comparto della Sanità. Per la convocazione dei tavoli delle trattative si aspetta il via libera da parte del ministero del Tesoro alla cosiddetta “direttiva madre” firmata da Zangrillo. Si tratta del documento con il quale il ministro assegna gli obiettivi che l’Aran, l’Agenzia che tratta con i sindacati, dovrà perseguire con il rinnovo del contratto. L’intenzione che emerge dal documento, che Il Messaggero ha potuto leggere, è di puntare con più decisione sul merito. Le progressioni di carriera e gli scatti di stipendio ci saranno solo per i dipendenti più meritevoli, quelli che ottengono le valutazioni migliori. Ma sarà prevista anche la fissazione di una «soglia minima» nella valutazione, al di sotto della quale non potrà essere corrisposto nessun emolumento “accessorio” al dipendente.

La direttiva

Secondo la direttiva sarà necessario «definire criteri idonei a garantire che alla differenziazione dei giudizi valutativi corrisponda una effettiva diversificazione dei trattamenti economici». Non si potrà cioè dare più il massimo dei voti a tutti ed erogare i premi a pioggia. Il documento poi, prevede il “rilancio” della quarta area, quella introdotta nell’ultimo contratto con lo scopo di attirare “talenti” nella Pubblica amministrazione con stipendi di partenza da 70 mila euro. Ma fino ad oggi questa quarta area ha visto la luce solo in un ministero, quello dei beni culturali, mentre è rimasta sulla carta in tutte le altre amministrazioni. 
 

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