Il reddito di cittadinanza è all’ultimo giro di boa. Le richieste, dopo la stretta avviata dal governo Meloni, sono crollate nel 2023: all’Inps sono pervenute quest’anno appena 432 mila domande. Nel 2022, tra dicembre e gennaio, ne erano state inoltrate 1,4 milioni circa. Risultato? Al momento i nuclei percettori della prestazione di sostegno calata a terra nel 2019 sono 888 mila (un milione al lordo dei beneficiari della pensione di cittadinanza).
L’importo medio erogato per il reddito di cittadinanza a maggio è risultato pari a 603 euro (291 euro per la pensione di cittadinanza). Da gennaio arriva l’Assegno di inclusione per i nuclei con disabili, minori, over 60 e componenti svantaggiati inseriti in programmi di cura e assistenza certificati dalla Pa. L’importo è fino a seimila euro l’anno, sarebbe a dire 500 euro al mese, più un contributo affitto di 3.360 euro l’anno (che fanno 280 al mese). Se il nucleo è costituito da tutte persone almeno 67enni o disabili gravi l’importo mensile sale a 630 euro, quindi 7.560 l’anno, più 150 euro al mese di contributo affitto. Il nuovo strumento sarà erogato tramite una Carta d’inclusione (ricaricabile). Per quanto riguarda i requisiti, i richiedenti dovranno essere residenti in Italia da almeno cinque anni. Necessario un Isee non sopra i 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6.000 annui moltiplicati per la scala di equivalenza.
IL SALARIO
Intanto la ministra del Lavoro, Marina Calderone, è tornata sul salario minimo. A margine dell’evento dell’Anci “Missione Italia 2021-2026”, la ministra ha detto: «Va fatta una valutazione complessiva sui temi e poi bisogna prendere anche la responsabilità di individuare dei percorsi. Non credo ci sia, in questo, una volontà di non dialogare, non credo assolutamente. C’è ovviamente la consapevolezza che i percorsi possono essere diversi».