L'ultima offerta di lavoro proveniente dai Centri per l'impiego, dalle Agenzie per il lavoro, da aziende private e dalla Rete Eures e pubblicata sul portale della regione Lazio risale al 23 luglio scorso ed è scaduta il 21 agosto: l'associazione il Cenacolo cercava 6 progettisti per promuovere iniziative socio-culturali all'interno dello spazio coworking di Cinecittà; si richiedeva residenza a Roma, laurea in discipline economico-umanistiche o insegnanti di scuola secondaria e si offriva un contratto a tempo determinato con orario part time misto della durata di un anno.
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Ognuno da solo
Il portale campano a prima vista sembrerebbe dare la possibilità di cercare offerte di lavoro anche in altre regioni. Ma è un'illusione. Quando si inserisce come ricerca nell'apposita tendina una qualunque altra regione, il risultato è sempre lo stesso: «Nessun dato trovato». E così i pizzaioli napoletani disoccupati probabilmente non hanno mai saputo - salvo che un giorno non avessero provato a fare la ricerca sul portale della Regione Lazio - che a Dublino una famosa catena di ristoranti cercava proprio uno di loro.
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E' questo uno dei problemi principali dell'inefficienza delle politiche attive in Italia. I centri per l'impiego di Napoli non hanno la più pallida idea delle opportunità di lavoro offerte dai centri per l'impiego di Roma. Duecento chilometri che sembrano distanze irraggiungibili. E questo vale per tutte le regioni e per tutte le province. E così le opportunità sfumano. A meno che un disoccupato o uno studente appena diplomato o laureato non si metta a cercare portale per portale, piattaforma per piattaforma, probabilmente non scoprirà mai che in Veneto in questo preciso istante, ci sono circa 3.400 posizioni da coprire. Oltre il 60% dei posti è nel turismo e commercio (camerieri, baristi, cuochi, commessi, addetti alle pulizie). Ma si cercano anche artigiani e operai specializzati (muratori, idraulici, elettricisti, meccanici, installatori, manutentori, falegnami), conduttori di impianti, addetti al magazzino, ingegneri, informatici, esperti di marketing, infermieri, autisti.
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Da anni si parla di una piattaforma di incrocio dei dati nazionali. Doveva farla l'ex presidente di Anpal fortemente voluto dai cinquestelle nel primo e secondo governo Conte, Mimmo Parisi, mutuandola dall'esperienza del Missisipi. Non è mai arrivata. Nel sito MyAnpal c'è un servizio che si chiama Dol, che sta giustappunto per Domanda e offerta di lavoro. é a disposizione di operatori dei Centri per l'impiego, agenzie private e semplici cittadini. Ci si accede con un'identità digitale, si inserisce il proprio curruculum e poi dovrebbero uscire le vacancy i posti disponibili. Il condizionale è d'obbligo. A parte il fatto che anche questa piattaforma limita le ricerche provincia per provincia (e non per qualifiche professionali richieste), ma chi scrive, dopo vari tentativi e inutili richieste di aiuto alla stessa Anpal, non è riuscita a visionare nessuna lista di offerte di lavoro.
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