Si chiama Bonus Maroni. È un incentivo per Quota 103 mirato a sostenere chi sceglie di lavorare, anche se avrebbe già maturato il diritto all’anticipo pensionistico.
A chi spetta
L’agevolazione riguarda i lavoratori dipendenti, del settore pubblico o privato, che abbiano raggiunto, o che raggiungano entro il 31 dicembre 2023, 62 anni di età e 41 anni di contributi. Quindi non può essere chiesta dai lavoratori che abbiano raggiunto i requisiti per la pensione anticipata- ad esempio 42 anni e 10 mesi di contributi- dove sia assente il requisito anagrafico di 62 anni.
Da quando si applica
Il beneficio si applica a partire dalla prima decorrenza utile della pensione «Quota 103». Se il lavoratore matura 62 anni e 41 anni il 15 maggio 2023, l’incentivo decorre dal 1° settembre 2023, ovvero decorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti.
Come presentare la domanda
La domanda si può presentare anche successivamente al 31 dicembre 2023 purché non si sia ancora raggiunta l’età di vecchiaia (cioè 67 anni). Il beneficio dura fino al raggiungimento del primo tra i seguenti requisiti:
- Conseguimento di una pensione diretta (es. si cambia idea e si sceglie di pensionarsi con «quota 103» o con la «pensione anticipata»);
- Raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia (67 anni);
- Raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia inferiori a 67 anni se applicabili nella gestione pensionistica di riferimento (es. autoferrotranvieri).
Come funziona
Su base volontaria il lavoratore riceverà in busta paga la quota di contribuzione che il datore di lavoro trattiene in busta paga. Di regola, il 9,19% della retribuzione pensionabile. Per il datore di lavoro non cambia nulla. Dovrà continuare a versare all’Inps la quota di contribuzione a suo carico (di regola il 23,81%). L’opzione, però, non è gratuita. Sulle somme aggiuntive incassate in busta si paga l’Irpef e la pensione diminuirà. Perché l’aliquota di computo sulle retribuzioni incassate dopo l’esercizio della facoltà verrà abbattuta dal 33% al 23,81% della retribuzione pensionabile.