Quota 103, arriva il bonus: di quanto aumenta lo stipendio, come funziona, a chi spetta e come fare domanda

Una misura con cui si dà il via libera all'incentivo per il posticipo del prepensionamento a favore dei dipendenti, pubblici e privati

Mercoledì 5 Luglio 2023
Quota 103, arriva il bonus: di quanto aumenta lo stipendio, come funziona, a chi spetta e come fare domanda

Si chiama Bonus Maroni. È un incentivo per Quota 103 mirato a sostenere chi sceglie di lavorare, anche se avrebbe già maturato il diritto all’anticipo pensionistico.

Chi ha i requisiti potrà optare per riscuotere in busta paga le trattenute contributive a proprio carico fino all’età di 67 anni. L'incentivo disciplinato dal decreto 21 marzo 2023, è apparso in GU n. 110/2023.

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A chi spetta

L’agevolazione riguarda i lavoratori dipendenti, del settore pubblico o privato, che abbiano raggiunto, o che raggiungano entro il 31 dicembre 2023, 62 anni di età e 41 anni di contributi. Quindi non può essere chiesta dai lavoratori che abbiano raggiunto i requisiti per la pensione anticipata- ad esempio 42 anni e 10 mesi di contributi- dove sia assente il requisito anagrafico di 62 anni. 

Da quando si applica

Il beneficio si applica a partire dalla prima decorrenza utile della pensione «Quota 103». Se il lavoratore matura 62 anni e 41 anni il 15 maggio 2023, l’incentivo decorre dal 1° settembre 2023, ovvero decorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti.

Come presentare la domanda

La domanda si può presentare anche successivamente al 31 dicembre 2023 purché non si sia ancora raggiunta l’età di vecchiaia (cioè 67 anni). Il beneficio dura fino al raggiungimento del primo tra i seguenti requisiti:

  • Conseguimento di una pensione diretta (es. si cambia idea e si sceglie di pensionarsi con «quota 103» o con la «pensione anticipata»);
  • Raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia (67 anni);
  • Raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia inferiori a 67 anni se applicabili nella gestione pensionistica di riferimento (es. autoferrotranvieri).

Come funziona

Su base volontaria il lavoratore riceverà in busta paga la quota di contribuzione che il datore di lavoro trattiene in busta paga. Di regola, il 9,19% della retribuzione pensionabile. Per il datore di lavoro non cambia nulla. Dovrà continuare a versare all’Inps la quota di contribuzione a suo carico (di regola il 23,81%). L’opzione, però, non è gratuita. Sulle somme aggiuntive incassate in busta si paga l’Irpef e la pensione diminuirà. Perché l’aliquota di computo sulle retribuzioni incassate dopo l’esercizio della facoltà verrà abbattuta dal 33% al 23,81% della retribuzione pensionabile.

Ultimo aggiornamento: 15:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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