Sarebbero circa 11 mila le uscite di dipendenti pubblici che hanno fatto ricorso a Quota 100 con decorrenza da agosto, primo mese utile per andare via dalla Pubblica amministrazione attraverso il nuovo meccanismo di pensione anticipata, che somma età (almeno 62 anni) e contributi.
Gli assegni già liquidati grazie a Quota 100 sono circa 9 mila a cui se ne aggiungerebbero nel mese altri
2000 circa. Queste le stime che, a quanto si apprende da fonti, emergono dai dati in possesso dell'Inps.
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I dati che iniziano a circolare sulle uscite di dipendenti pubblici grazie a Quota 100 «mostrano che inizia l'ondata di pensionamenti, che si vedrà ancora più chiaramente nel prossimo mese, quando avremo decine di migliaia di uscite nella scuola, dove i pensionamenti scattano hanno a settembre», sottolinea Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell'Inps e segretario confederale Uil. Quota 100 per i dipendenti pubblici, che a fine luglio aveva registrato 165 mila richieste, fa sentire i suoi effetti in ritardo, rispetto al settore privato «visto il vincolo di sei mesi» previsto dalla normativa.
«Il problema nella PA - aggiunge Loy - è anche un altro, ovvero quello di un turn over difficile, visto che un qualsiasi concorso richiede almeno un anno per giungere a conclusione. Insomma, Quota 100 scarica un doppio costo sullo stato, visto che a quello del pensionamento va aggiunto quello di una eventuale nuova assunzione» e «non ha la programmazione pluriennale che avrebbe dovuto avere» per limitare i disagi nella pubblica amministrazione.
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